L’inflazione sta finalmente mollando la presa, i prezzi alla produzione e all’importazione a maggio si sono calmierati in quasi tutti i settori.
Buone notizie in arrivo sul fronte dei prezzi alla produzione e all’importazione. A maggio è infatti diminuito dello 0,3% rispetto al mese precedente, portandosi a 109,1 punti (dicembre 2020 = 100). Hanno segnato una flessione in particolare i prezzi di petrolio greggio e gas naturale, come pure quelli dei prodotti petroliferi. L’energia elettrica, invece, è rincarata.
Su base annua ha registrato una flessione dello 0,3% anche il livello dei prezzi dell’offerta totale dei prodotti indigeni e importati. È quanto emerge dai risultati dell’Ufficio federale di statistica (UST).
Prezzi alla produzione
L’aumento dell’indice dei prezzi alla produzione rispetto al mese precedente è dovuto soprattutto al rialzo dei prezzi dell’energia elettrica (+21,3%). In rialzo anche i prezzi di oli essenziali (+5,4%), prodotti organici dell’industria chimica (+1,6%), prodotti in alluminio (+3,3%) e materiali da costruzione in terracotta (+16,7%). Sono invece diminuiti i prezzi di prodotti petroliferi (-10,6%), rottami di ferro (-19,4%), gas (-2,9%), preparati farmaceutici (-0,1%), nonché del vetro e dei prodotti in vetro (-5,1%).
Prezzi all’importazione
Rispetto ad aprile 2023, l’indice dei prezzi all’importazione ha registrato prezzi più bassi soprattutto per petrolio greggio e gas naturale (-21,5%) nonché per i prodotti petroliferi (-11,5%). Meno cari anche metalli e semilavorati in metallo (-2,2%), vetro e prodotti in vetro (-8,8%), articoli in materie plastiche (-1,8%), carta e prodotti cartacei (-2,7%), materie plastiche in forme primarie (-2,5%) e computer (-1,0%).
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