Indici Pmi: l’economia svizzera è solida, nonostante tutto

Nonostante l’incertezza che si intravede nel prossimo futuro, in particolare nella zona euro, i Purchasing Manager’s Index (Pmi), mostrano ancora una volta un’economia svizzera robusta. Le informazioni raccolte, tramite il sondaggio svolto dall’associazione di categoria Procure.ch, svelano che gli acquisti svolti dai manager aziendali in agosto si sono mantenuti in crescita, sia nel manifatturiero che nei servizi.

PMI manifatturiero

I dati, interpretati dagli specialisti di Credit Suisse, hanno registrato per il Pmi manifatturiero, una perdita di 1,5 punti rispetto a luglio, scendendo così a quota 56,4 punti ad agosto 2022, ovvero 10,6 punti in meno su base annua. Gli esperti puntualizzano che, ad ogni modo, l’indicatore si colloca ampiamente al di sopra della soglia di crescita, fissata a 50 punti. Si tratta infatti del 25° mese consecutivo che questo succede, nonostante a luglio 2021, in piena ripresa post Covid, l’indicatore aveva toccato quota 70,0 punti, massimo assoluto da quando vengono raccolti i dati, ovvero dal gennaio 1995.
Stando alle valutazione degli economisti di Credit Suisse, l’industria elvetica si trova lontana dalla contrazione e dalla situazione in cui versa l’Eurozona. In Germania, per esempio, il Pmi manifatturiero si è attestato in luglio a 49,1 punti. Il sottoindicatore commesse in portafoglio si è mostrato in aumento rispetto a luglio, a testimonianza di una situazione del settore stabile. Per quanto riguarda l’occupazione, il 23% sta assumendo personale, mentre il 7% si dice intenzionata a ridurre l’organico.

leggi anche

L’inflazione colpisce anche i beni rifugio: in calo l’oro, male anche l’argento

Pmi servizi

L’indice Pmi relativo al segmento dei servizi, dopo due mesi di calo, è tornato a crescere. Ad agosto ha infatti registrato un incremento di 1,7 punti a 56,9 punti su base mensile, mentre ha registrato un calo di 3,4 punti su base annua. Gli esperti prevedono una continua ripresa del settore nei mesi a venire, con l’occupazione sostanzialmente stabile: il 15% delle imprese sta assumendo, mentre il 7% ridurrà l’organico.