Sia per il settore manifatturiero sia per i servizi, l’indice PMI si è mantenuto anche a luglio al di sopra della soglia di crescita.
L’indice sul manifatturiero (PMI) in Svizzera mostra anche per il mese di luglio un andamento stabile, rispetto all’Eurozona. Stando ai dati diffusi da Credit Suisse e procure.ch, nonostante la contrazione del settore, il mercato rimane solido sia nel segmento manifatturiero sia dei servizi. Per la prima volta dall’inizio dell’anno, quando le difficoltà sulle catene di approvvigionamento avevano scatenato i prezzi, ora si inizia a vedere qualche segnale di attenuazione.
Indice PMI svizzero a 58,0 punti
Rispetto al mese precedente, a luglio l’indice PMI ha perso 1,1 punti a 58,0 punti. Nonostante questo, rimane ben al di sopra della soglia di crescita e non indica una vera e propria contrazione delle attività.
Il sottoindice "produzione" è invece aumentato rispetto a giugno, il che significa che l’attività manifatturiera svizzera rimane stabile. Mentre gli altri sottoindici indicano un ulteriore rallentamento della dinamica. L’indicatore anticipatore "portafoglio ordini" ha perso 7,8 punti a luglio e, con 52,9 punti, non molto lontano dalla soglia di crescita. Inoltre, le scorte continuano ad accumularsi e i volumi di acquisto delle imprese sono in calo, il che suggerisce che la produzione è destinata a diminuire nei prossimi mesi.
Posti di lavoro stabili
Scende per il terzo mese consecutivo il sottoindice "occupazione". Non perché le aziende stiano licenziando personale, ma semplicemente perché ne stanno assumendo meno. Il 26% delle aziende partecipanti al sondaggio (dal 32% di giugno) sta ancora assumendo nuovo personale. Rimane il fatto che solo una minoranza (6%) delle aziende manifatturiere svizzere sta effettuando tagli di posti di lavoro.
Scendono i prezzi d’acquisto
Dopo la sensibile attenuazione dei problemi della catena di approvvigionamento nel sottoindice "tempi di consegna dei fornitori", in corso da diversi mesi, a luglio anche i prezzi d’acquisto sono finalmente diminuiti, anche grazie al rafforzamento del franco.
Settore dei servizi
Sul fronte del settore dei servizi, il ritmo si è normalizzato con l’indice PMI a 55,2 punti, in discesa per il secondo mese consecutivo. Inoltre, si registra un calo del portafoglio ordini e dei nuovi ordini, non lasciando presagire una nuova crescita nei prossimi mesi. Lo stesso andamento è stato riscontrato anche sugli altri sottoindici, rimanendo comunque ampiamente al di sopra della soglia di crescita.
La lettura dell’occupazione è scesa dopo essere aumentata per diversi mesi, ma per il momento i licenziamenti non sono un problema nel settore dei servizi. Viceversa, la maggior parte delle aziende partecipanti sta mantenendo lo stesso personale, mentre il 21% continua a espandere il proprio organico.
Crollo dei prezzi di acquisto e di vendita
Come nel settore manifatturiero, anche nel settore dei servizi il sottoindice dei "prezzi di acquisto" è crollato dopo una tendenza al rialzo durata più di due anni e mezzo. Questo fa ben sperare anche per i prezzi al consumo: solo il 27% dei fornitori di servizi partecipanti sta aumentando i prezzi di vendita, rispetto al 41% di giugno e al 44% dei precedenti periodi di picco.
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