Il mese di novembre registra il ribasso, perfino maggiore delle attese degli analisti: un sospiro di sollievo per i mercati, che ora sperano in un ritocco dei tassi da parte della Bce.
Il calo era previsto, ma non così importante: specie dopo un anno e mezzo o quasi in cui il trend era l’opposto e non dava segni di voler cambiare. Novembre 2021: 4,9%. Giugno 2022: 8,6%. Luglio: 8,9%. Agosto: 9,1%. Settembre: 9,9%. Ottobre: superata la soglia del 10% fino a un preoccupante 10,6%. L’inflazione in Europa, insomma, sembrava non riservare sorprese, in salita costante. E se gli analisti avevano previsto il ribasso, non hanno potuto reagire che con sorpresa ai numeri registrati questo mese di novembre. L’inflazione è scesa, come ipotizzavano sulla carta, ma di ben 0,4 punti percentuali in più delle attese.
Dal 10,6% di ottobre al 10% a novembre
La matematica, non le mere ipotesi, racconta cioè che negli ultimi trenta giorni è andata molto meglio e invece di fermarsi al 10,4%, come previsto, l’inflazione si è abbassata fino al 10% tondo. Una inversione di tendenza che i mercati, oggi, interpretano con fiducia nel futuro, quasi a significare che il fondo è stato toccato e d’ora in poi non c’è che da seguire il percorso inverso. Complice il freno ai prezzi dell’energia e dei servizi, buona notizia cui fanno da contraltare i prodotti alimentari, invece di nuovo verso l’alto.
Le perplessità della Lagarde
Restano però le perplessità della presidente della Bce Christine Lagarde, che solo pochi giorni fa aveva chiarito che il picco dell’inflazione, contrariamente all’ottimismo del board, non era affatto raggiunto. Tradotto: la stretta monetaria continua, anche alla luce proprio di quell’energia che, seppur in ribasso dal 41,5% di ottobre, resta al 34,9%. Secondo alcuni specialisti, però, non è escluso il ritocco dei tassi, di mezzo punto percentuale nel mese di dicembre.
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