I dati provvisori dell’inflazione della zona euro segnano un record negativo. Beni alimentari e energia vivono i rincari più elevati.
I dati preliminari di Eurostat hanno mostrato che l’inflazione nell’Eurozona punta a raggiungere un nuovo record del 10% a settembre, rispetto al 9,1% di agosto e al di sopra delle previsioni, che prospettavano il 9,7%.
I settori più colpiti
I prezzi sono aumentati a causa della volatilità che ha coinvolto il settore alimentare e dell’energia, oltre a quelli di quasi tutte le altre industrie. I costi relativi all’energia mettono a segno il rincaro più alto (40,8%) su base annua, rispetto al 38,6% di agosto, seguiti da cibo, alcol e tabacco all’11,8%, ugualmente in aumento rispetto al 10,6% del mese scorso.
Tuttavia, l’inflazione “core”, che esclude i prodotti alimentari e l’energia, è salita del 4,8% su base annua, rispetto al 4,3% di agosto, con gli economisti convinti che ancora non si siano toccati i livelli peggiori.
Buone notizie arrivano dal mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione nella zona euro si è assestato al 6,6% ad agosto, invariato rispetto a luglio, dimostrando che il mercato del lavoro è rimasto resistente nonostante l’imminente recessione e la crisi energetica che sta attraversando il continente.
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Si attendono mosse della Bce
La Banca Centrale Europea (Bce) si trova sempre più sotto pressione, molto probabilmente, alzerà ancora una volta i tassi di interesse, incrementando il rischio di recessione in tutta l’Eurozona. Proprio pochi giorni fa la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha ribadito che la principale missione dell’istituto bancario rimane la lotta contro la crescita esponenziale dei prezzi. La minaccia rappresentata dal raffreddamento dell’economia ad oggi resta quindi un problema secondario.
«I rischi per le prospettive di inflazione sono principalmente al rialzo» ha sottolineato Lagarde, «Prevediamo di aumentare ulteriormente i tassi di interesse nei prossimi incontri per smorzare la domanda e proteggerci dal rischio di un persistente spostamento al rialzo delle aspettative di inflazione». Le dichiarazioni della leader della Bce fanno quindi presagire che potrebbe arrivare un ennesimo innalzamento dei tassi, per ora l’unica mossa possibile a contestare l’incessante inflazione.
I Paesi più colpiti
Secondo i dati provvisori di settembre raccolti da Eurostat, questi sarebbero i Paesi dell’UE più colpiti dall’inflazione in prospettiva annuale:
- Estonia: +24,2%;
- Lettonia: +22,4%;
- Lituania: +22,5%;
- Paesi Bassi: +17,1%;
- Slovacchia: +13,6%;
- Grecia: +12,1%;
- Belgio: +12,0%
- Austria: +11,0%
- Germania: +10,9%
L’Italia non ha varcato ancora la crescita a doppia cifra, fermandosi nella stima dell’indice a +9,5%, che rappresenta comunque un record negativo. La Svizzera si limitava su livelli ben più bassi, registrando un aumento del 3,5% ad agosto, in attesa dei dati relativi al mese di settembre.
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