Domani è atteso il verdetto della Bank of England che molto probabilmente alzerà i tassi di 50 pb.
Anche in Gran Bretagna l’inflazione frena. A novembre è cresciuta del 10,7% su base annua, in calo rispetto all’11,1% segnato a ottobre. Il procuratore generale ombra del Labour, Emily Thornberry ha poi affermato che sebbene i dati sull’inflazione debbano essere «accolti con favore», sono ancora «il secondo peggiore livello raggiunto negli ultimi 40 anni».
«Sì, l’inflazione c’è in tutto il mondo, e sì, c’è stagnazione per quanto riguarda i salari», dichiara, ma solo nel Regno Unito l’economia «è effettivamente in calo».
«Con la prospettiva di un aumento dei prezzi dei mutui e degli affitti l’anno prossimo, a causa della mancanza di fiducia nei mercati – ha aggiunto – in questo Paese c’è davvero bisogno di un nuovo inizio e di un governo in cui la gente possa crescere».
Dato migliore rispetto alle aspettative
Il dato ad ogni modo è migliore di quanto previsto dagli economisti, che davano il tasso inflazionistico al 10,9%. La crescita dei prezzi, secondo quanto riferisce l’Ufficio nazionale di statistica britannico, è stato dello 0,4%. I maggiori contributi al tasso di inflazione sono stati dati da alloggi e servizi domestici quindi elettricità, gas e altri combustibili (+ 11,7% su base annua; +0,3% su base mensile), nonché da cibo e bevande (+16,5% su base annua; +1,1% rispetto a ottobre).
Domani scatta l’aumento dei tassi
Come detto poc’anzi, l’inflazione ancora una volta supera di gran lunga la soglia del 2% fissato dalla Bank of England (Boe) e pertanto non ci sono dubbi sul fatto che giovedì aumenterà nuovamente i tassi di interessi. Gli esperti parlano di un incremento di 50 punti base, che porterebbe di fatto il tasso guida al 3,5% dal 3%.
I lavoratori scioperano
Intanto in Gran Bretagna continua l’ondata di scioperi da parte dei lavoratori, come quelli dell’industria ferroviaria e della Royal Mail hanno deciso di scioperare, per ottenere un adeguamento salariale in rapporto alla pressione inflazionistica, ma anche per migliorare la sicurezza sul lavoro e le condizioni lavorativa. Tuttavia, scrive la Bbc, gli aumenti già in essere, non riescono a tenere il passo con l’aumento dei prezzi, nonostante siano aumentati al tasso più veloce degli ultimi 20 anni.
Secondo i datti dell’Ufficio nazionale di statistica, la retribuzione media, esclusi i bonus, è aumentata del 5,7% nel secondo trimestre di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2021. Nel settore privato hanno subito un incremento del 6,6%, rispetto al 2,2% per le persone che lavorano nel settore pubblico. Ma tenuto conto dell’aumento dei costi, la retribuzione media risulta in calo del 2,7%. Per i sindacati, i salari devono riflettere il costo della vita. Mentre il governo britannico risponde che al contrario di quanto si possa pensare, aumentare fortemente i salari potrebbe innescare un’accelerata dell’inflazione, con le aziende costrette ad aumentare ulteriormente i prezzi.
Le reazioni dei mercati
La notizia non è stata incoraggiante per gli investitori di Londra. Il Ftse 100, dopo un’apertura negativa e un tentativo di rimbalzo, a metà giornata viaggia ancora in terreno negativo a 7,479.30 punti in flessione dello 0,31%, influenzati dai dati sui prezzi al consumo leggermente in rialzo, dello 0,1%, negli Usa.
Sul fronte valutario, la sterlina acquista valore nei confronti del dollaro Usa. Poco prima di mezzogiorno è scambiata a $1.2389 in recupero dello 0,30%. Per quanto riguarda la coppia EUR/GBP l’andamento è contrastante, pari a 0.8608 sterline (+0,06%). Nei confronti del franco svizzero, una sterlina viene scambiata a 1.1479 franchi, in aumento dello 0,07%. Il UK Pound Sterling Index si trova a quota 71.17 punti, valori che non si vedevano dal settembre scorso.
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