A pesare sono soprattutto gli aumenti di carburanti, del settore immobiliare e dell’alimentare. L’indice della benzina è salito del 18,3% a marzo e da solo, occupa oltre la metà dell’aumento mensile di tutte le voci.
Corre a tutta velocità l’inflazione negli Stati Uniti. Lo conferma il Bureau of Labour Statistics (BLS) americano, secondo il quale a marzo 2022 i prezzi al consumo sono cresciuti dell’1,2% su base mensile, rispetto allo 0,8% del mese di febbraio.
A pesare sono soprattutto gli aumenti di carburanti, del settore immobiliare e dell’alimentare. L’indice della benzina è salito del 18,3% a marzo e da solo, occupa oltre la metà dell’aumento mensile di tutte le voci.
Su base annua, la crescita dell’inflazione è stata dell’8,5%, superiore al +7,9% del mese precedente.
Mai così alto dal 1981
Quello di marzo 2022 è stato l’aumento più rilevante dalla fine del 1981. Un passaggio che ora rafforza le aspettative secondo le quali la Federal Reserve aumenterà i tassi di interesse di mezzo punto già a partire dal mese prossimo.
Mentre la Fed si sta spostando verso una politica più aggressiva, è probabile che l’inflazione non si ritiri presto all’obiettivo del 2% della banca centrale, soprattutto a causa della guerra, dei blocchi di Covid-19 in Cina e della maggiore domanda di servizi come i viaggi.
Calo dei consumi
Intanto crescono i rischi che l’inflazione possa portare l’economia in recessione. Con queste premesse non si esclude che la spesa dei consumatori diminuirà in risposta all’aumento dei prezzi. Come in Europa, anche negli Usa i prezzi dell’energia hanno spinto tutti gli altri, con un +11% a marzo rispetto al mese precedente, il massimo dal 2005, mentre i prezzi della benzina sono aumentati del 18,3%, il più grande rialzo dal 2009.
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