Il dato, in linea con le stime degli analisti, è il più basso registrato da 14 mesi a questa parte.
Buone notizie da oltre oceano. L’inflazione negli Stati Uniti inizia a rallentare e la conferma è arrivata oggi dai dati sui prezzi al consumo registrati a dicembre. Secondo i dati diffusi nel primo pomeriggio dal Dipartimento del Lavoro, lo scorso mese sono infatti aumentati su base annua del 6,5%, in discesa rispetto al 7,1% registrato a novembre. Numeri in linea con quanto atteso dagli analisti e che lasciano bene sperare in un allentamento della politica monetaria su cui la Federal Reserve (Fed) deciderà nella riunione prevista per il 31 gennaio e il 1° febbraio.
Il peggio dell’inflazione è alle spalle?
Su base mensile i prezzi sono scesi dello 0,1%: si tratta della prima contrazione dal maggio 2020. L’aumento del 6,5% rappresenta invece il tasso più basso registrato da ottobre 2021, nonché quello più significativo rispetto al 9,1% toccato lo scorso giugno.
Insomma, gli indicatori fanno pensare che il picco dell’inflazione sembra essere superato. Ma seppur in miglioramento, la banca centrale non potrà abbassare la guardia. L’inflazione core, al netto di energia e alimentari, è infatti risalita dello 0,3% rispetto a novembre, dopo un aumento dello 0,2% del mese precedente. Ciò ha ridotto l’aumento annuo che è passato dal 6 al 5,7%.
I prezzi di auto usate e mobili sono diminuiti o quanto meno stabilizzati, poiché essendo migliorati i problemi sulle catene di approvvigionamento indotti dalla pandemia, la domanda è diminuita. Di contro sono aumentati i prezzi dei servizi e degli alimenti, complice il fatto che molti americani sono tornati a viaggiare e svolgere attività extra.
Di quanto alzerà i tassi la Fed a febbraio?
I mercati si aspettano dunque che la Fed ritoccherà l’aumento del tasso guida di un quarto di punto all’inizio di febbraio, dopo un aumento di mezzo punto avvenuto lo scorso dicembre. Certo è che fino a quando i prezzi non torneranno entro la soglia stabilita, la banca centrale non smetterà di contrastare l’inflazione.
Come sarà l’inflazione nel 2023?
Per il 2023, Barclays prevede che i prezzi scenderanno drasticamente e che il tasso inflazionistico scenderà entro dicembre al 2,6%, leggermente al di sopra del 2% fissato dalla Fed.
Alimenti più cari
Nonostante l’inflazione stia rallentando, preoccupano ancora i prezzi degli alimenti ancora in aumento nonostante lo stiano facendo più lentamente. A dicembre sono saliti dello 0,2% su base mensile e dell’11,8% su base annua. E se da un lato il costo di grano e mais è diminuito grazie all’ottimo raccolto e per via dell’allentamento della domanda globale, ci sono altri prodotti che non hanno mostrato segni di cedimento. È il caso delle uova, il cui costo è balzato dell’11,1% rispetto a novembre e – addirittura – del 60% rispetto a un anno fa, a causa dell’influenza aviaria che ha ridotto il numero di polli. I prezzi dei cereali sono cresciuti del 1,1% da novembre e del 13% su base annua. Il riso è aumentato dello 0,5% e del 15,4% su base annua. Anche il pane è aumentato: dello 0,2% su base mensile e del 15,9% più caro rispetto a un anno fa. Ci sono tuttavia anche dei cibi il cui costo è diminuito: il bacon per esempio è sceso del 2,9%, il pesce fresco dell’1%, la carne di marzo dello 0,1%.
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