Rischio inflazione? La variante Omicron spaventa i consumi in tutto il mondo

Redazione

06/12/2021

06/12/2021 - 15:50

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Ecco che cosa rilevano gli analisti, esaminando la situazione negli Stati Uniti, Asia e Europa. Destano preoccupazione i segnali di contrazione nei consumi uniti all’incognita della comparsa della variante del coronavirus.

Rischio inflazione? La variante Omicron spaventa i consumi in tutto il mondo

Quali sono le conseguenze rilevate sui mercati internazionali, dopo la comparsa in molti Paesi della variante Omicron? Da fine novembre gli analisti stanno raccogliendo segnali preoccupanti in tutto il mondo, che riguardano soprattutto l’andamento generale dei consumi.

Secondo la stampa di settore, il primo campanello di allarme risale a qualche giorno fa e giunge da voci di corridoio provenienti da Apple e diffuse da Bloomberg. A preoccupare i vertici della società di Cupertino sarebbe il calo della domanda per il nuovo iPhone 13, scesa rispetto alle tendenze degli anni passati. Voci non ufficiali, dicevamo, che se confermate indicherebbero una tendenza generale per tutto il mondo tecnologico.
Prudenza internazionale nei consumi, dunque, sui quali pesa soprattutto l’ aumento dei prezzi che affligge tutta l’economia globale alle prese con un aumento sostanzioso del prezzo delle materie prime e dall’incertezza per una soluzione della crisi pandemica, aggravata dall’ingresso della nuova variante Omicron.

Cosa dicono gli esperti

Secondo le analisi di Adobe Analytics, sia il Black Friday che il Cyber Monday hanno subito negli Stati Uniti una lieve flessione nel 2021, passando rispettivamente da 9 a 8,9 miliardi di dollari e da 10,8 a 10,7 miliardi di dollari. Ritocchi minimi, verrebbe da dire, se non fosse che si tratta della prima flessione rilevata dal 2012.
Un altro dato da considerare è quello relativo alla fiducia dei consumatori. Negli Stati Uniti, la Conference Board ha riferito che nel mese di novembre 2021, il livello generale si è attestato a 109,5 punti, inferiore al dato di ottobre, pari a 113,8 punti, ma addirittura più basso delle stime degli analisti che si aspettavo di raggiungere almeno quota 110,8 punti.

Il panorama in Cina, Europa, e Stati Uniti

I segnali raccolti negli USA non sono isolati. In Cina le vendite al dettaglio sono in fase calante, rese ancor più pesanti dai problemi nel settore immobiliare che frenano la ripresa.
In Europa l’aria che si respira è di pessimismo. Un elemento che non solo penalizza i consumi, ma che induce la valuta del Vecchio Continente a perdere consistenza specialmente nei confronti del franco svizzero.
Non fa eccezione il Regno Unito, dove il sentiment dei consumatori è certamente preoccupato per lo stato di salute dei cittadini.

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