Per gli economisti di Credit Suisse ci saranno ancora due rialzi dei tassi: uno a dicembre e uno a marzo 2023. Poi l’inflazione dovrebbe iniziare a cedere.
Nella riunione di questa mattina, la Banca nazionale svizzera (BNS) oltre ad aver messo mano al il tasso di riferimento, portandolo allo 0,50% e realizzando così il maggiore aumento del tasso di riferimento dal marzo 2000, ha messo in chiaro che nei mesi a venire si assisterà a un’ulteriore stretta della politica monetaria, per raggiungere la stabilità dei prezzi. Per Credit Suisse avverranno in due momenti: il prossimo dicembre e a marzo 2023 e saranno ciascuno di 0,25 punti percentuali.
Come ci aspettavamo - afferma Maxime Botteron, economista della Swiss Macro & Strategy -, la BNS ha aumentato il tasso di riferimento di 0,75 punti percentuali, passando da -0,25% a 0,50%. Con questa decisione, pone fine alla politica di tassi d’interesse negativi attuata nel gennaio 2015. Inoltre, rimane disposta a intervenire sul mercato dei cambi. Alla conferenza stampa Thomas Jordan, presidente della BNS, ha dichiarato che sarebbe disposta a intervenire anche sul mercato dei cambi, "se si verificasse un eccessivo apprezzamento del franco svizzero", e a vendere valuta estera "se il franco dovesse indebolirsi". L’asticella per le vendite di valuta estera rimane quindi più bassa di quella per gli acquisti di valuta estera.
Bns non così preoccupata
A differenza di altre banche centrali, la BNS non sembra essere particolarmente preoccupata di un’inflazione fuori controllo. Secondo Credit Suisse, in Svizzera non sembra necessario un rapido inasprimento delle condizioni monetarie attraverso una serie di forti aumenti dei tassi di interesse. Questo perché le nuove previsioni sull’inflazione della BNS, con un tasso di riferimento invariato allo 0,50%, suggeriscono che l’inflazione rimarrà al livello attuale nei prossimi trimestri, prima di scendere gradualmente. A lungo termine, l’inflazione dovrebbe risalire al 2%, un valore leggermente superiore alla definizione di stabilità dei prezzi della BNS.
Monitoraggio continuo della situazione
Quando l’inflazione salirà, la BNS dovrà inasprire ulteriormente la propria politica monetaria. Essendo la previsione di inflazione a lungo termine moderatamente superiore alla definizione di stabilità dei prezzi, l’ulteriore inasprimento necessario è relativamente modesto. Credit Suisse intravede dunque un aumento del tasso di policy di 0,25 punti percentuali a dicembre, allo 0,75%. Stando alle previsioni del gruppo, l’inflazione rimarrà al di sopra del 2% nel breve termine, dunque la BNS metterà mano al tasso guida nuovamente a marzo 2023 di 0,25 punti percentuali all’1,00%. A partire dal secondo trimestre del 2023, l’inflazione dovrebbe ridurre la sua pressione.
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