Le prospettive per l’economia svizzera rimangono incerte per i prossimi mesi, soprattutto a causa del rallentamento del settore manifatturiero e delle costruzioni.
A novembre il barometro economico del Kof è diminuito ancora leggermente e si è attestato a 89,5 punti, a fronte dei 90,9 punti di ottobre. Le prospettive per l’economia svizzera rimangono quindi modeste nei prossimi mesi.
Il barometro economico ha registrato dunque 1,4 punti in meno rispetto a ottobre. L’andamento negativo del barometro è guidato principalmente dai pacchetti di indicatori del settore altri servizi. Anche gli indicatori relativi al settore delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione e dei consumi privati si stanno indebolendo. Al contrario, gli indicatori relativi alla domanda estera registrano un leggero sviluppo positivo.
Manifatturiero e costruzioni, quadro eterogeneo
Il quadro del settore della produzione di beni (manifatturiero e costruzioni) è eterogeneo. Gli indicatori che valutano le capacità produttive, le scorte e la situazione della concorrenza sono i principali responsabili dello sviluppo negativo complessivo. Al contrario, gli indicatori che valutano la situazione dei prodotti intermedi, gli ostacoli alla produzione e il portafoglio ordini inviano segnali positivi.
Nel settore manifatturiero, gli indicatori per l’industria dei metalli inviano il segnale negativo più forte, seguiti da quelli per il settore dei prodotti in legno e carta e per il settore della produzione di macchinari e veicoli.
Al contrario, gli indicatori dell’industria tessile inviano un segnale positivo relativamente forte. Gli indicatori del settore elettrico rimangono pressoché invariati rispetto al mese precedente.
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Il Pil cresce anche se lentamente
Martedì sul fronte del prodotto interno lordo (Pil) svizzero, la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) ha rivelato che nel terzo trimestre di quest’anno, il Pil è cresciuto - seppur di poco - per la seconda volta consecutiva, segnando un aumento dello 0,2%, soprattutto grazie all’economia interna. Il settore dei servizi ha mostrato una generale espansione, mentre il difficile contesto internazionale ha rallentato i settori industriali più sensibili all’andamento congiunturale.
Nel 3° trimestre la crescita dei consumi privati è stata nuovamente superiore alla media, su dello 0,7 %. In particolare, hanno visto un’evoluzione positiva le spese per l’abitazione e l’energia, per il tempo libero, i viaggi e gli acquisti di generi non alimentari. A crescere sono stati anche il valore aggiunto del commercio al dettaglio del 2,3 %, dopo quattro trimestri in negativo. L’industria alberghiera e della ristorazione ha continuato la sua ripresa in aumento del 2,8 % dopo il crollo dovuto alla pandemia, sostenuta anche da un incremento del turismo straniero. In andamento positivo anche i segmenti sanità (+0,7 %) e dei servizi alle imprese (+0,6 %), dove il valore aggiunto è aumentato in modo significativo. È calato invece nei servizi finanziari (−4,4%). Anche gli investimenti in beni di equipaggiamento (+2,1 %) hanno contribuito alla solida crescita della domanda interna finale (+0,6 %).
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