Lugano Banking Day. Alberto Petruzzella, ABT: «Credit Suisse come il Titanic. La responsabilità? Una conduzione scellerata»

Chiara De Carli

11/05/2023

12/05/2023 - 12:25

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Durante l’evento sono intervenuti diversi esponenti della politica, della piazza bancaria e dell’industria svizzera.

Lugano Banking Day. Alberto Petruzzella, ABT: «Credit Suisse come il Titanic. La responsabilità? Una conduzione scellerata»

Il telefono che squilla e nessuno che vuole rispondere. Se lo ricorda molto bene quel fatidico 15 marzo Lukas Gähwiler, vice presidente di UBS Group quando arrivò la telefonata che portò all’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs. «In quel momento - racconta - ci siamo chiesti se avessimo dovuto sollevare il ricevitore o meno. Ma poi, alla fine, lo abbiamo fatto».
Emerge un gran senso di responsabilità dalle parole di Gähwiler intervenuto l’11 marzo al LAC, in occasione del Lugano Banking Day, organizzato dall’Associazione Bancaria Ticinese (ABT). Il vice presidente di Ubs Group paragona lo schianto di Credit Suisse con quello di un aereo. «Credit Suisse è proprio caduta», ha dichiarato. «Quando accadono incidenti di questo tipo, si deve trovare la scatola nera per vedere se l’errore è stato nella progettazione (e dunque nel “too big to fail”), o se la responsabilità è da ricondurre a un management che non ha saputo traghettare la banca durante un periodo altamente incerto».
Ha poi parlato della figura di Sergio Ermotti, ceo neo eletto di Ubs: «In cda - spiega - avevamo convenuto che qualora fosse arrivata la telefonata, ci sarebbe stato un solo pilota. L’unico che avesse la capacità di intervenire in modo risoluto e capace di comprendere il nostro Paese nonché il Wealth management. Siamo contenti che abbia accettato questa posizione. Il Ticino ora è tornato al centro del mondo finanziario».
Sul futuro della grande banca si prospettano grandi sfide. «Il discorso culturale è di grande importanza», anche se - ha ricordato - «Credit Suisse non è ancora di Ubs». «Dobbiamo rimboccarci le maniche: la questione non è solo svizzera ma mondiale. Verificheremo tutte le opzioni: stiamo considerando anche di lasciarle una certa autonomia. Sicuramente dopo le vacanze estive riusciremo a fare chiarezza».

Christian Vitta: «Evitata una crisi finanziaria mondiale»

Le dinamiche degli ultimi mesi, non sono passate in sordina al Lugano Banking Day. Tutti gli interlocutori intervenuti hanno espresso la loro opionione riguardo alla debacle CS-Ubs.
A cominciare dal Consigliere di Stato e direttore del dipartimento delle Finanze e dell’Economia del Cantone Ticino, Christian Vitta.
«Come durante il Covid la nostra nazione è stata in grado di sostenere l’economia, ora ha dimostrato al contesto internazionale di non aver lasciato cadere una banca entrata nel turbine delle speculazioni». «Oggigiorno, un qualsiasi evento mediatico può mettere in discussione una struttura bancaria, dando inizio a una vera corsa agli sportelli. In questo contesto, la Confederazione è intervenuta impedendo che una crisi finanziaria partisse dalla Svizzera e si estendesse a livello internazionale. Sarebbe stata una catastrofe per l’immagine e non solo». Nel suo discorso ha poi ricordato tutte le collaboratrici e collaboratori che rischiano di perdere il posto di lavoro. «Come Cantone vogliamo seguire da vicino questa fase di cambiamento. Con ABT vogliamo portare avanti un dialogo tra pubblico e privato».

Fabio Regazzi: «Le banche riconquistino la fiducia»

Hanno poi fato seguito le parole di Fabio Regazzi che, oltre a essere consigliere Nazionale per il Centro, è imprenditore e presidente dell’Unione svizzera arti e mestieri (USAM). Regazzi ha fatto le pulci all’approccio manageriale portato avanti da Credit Suisse. «È allarmante e disarmante che i cittadini si debbano trovare a pagare le conseguenze di una cattiva gestione. Tra principi cardine dell’imprenditore vi è la responsabilità per proprie azioni». Ha ripercorso la storia di quella che era la seconda banca della nazione e che di fatto «ha cessato di esistere dopo 167 anni di storia. A fondarla Alfred Escher che da imprenditore sapeva mettere il benessere del Paese davanti ai propri interessi liberali». Ha invitato il sistema bancario a riconquistare la fiducia dei cittadini: «Se non sarete in grado di riconquistarla per colpa di manager incapaci, la risposta della politica sarà una sola: regolamentazione più severa. Confido che si possa ritrovare nostra piazza finanziaria, che l’ha resa grande in tutto il mondo. Spetta a tutti noi, banche, imprese e politica affrontare insieme e responsabilmente questa situazione».

Alberto Petruzzella: «Personale di banca non formato»

Alberto Petruzzella, presidente ABT, ha iniziando il suo discorso osservando che nonostante l’acquisizione di CS da parte di UBS la concorrenza sulla piazza finanziaria svizzera rimanga alta. La descrive come «diversificata e sana». «Non possiamo far finta che la debacle sia un dettaglio, ma non possiamo neppure imputare tutti per gli errori - seppure madornali - compiuti da un istituto di credito», ha proseguito. «Ci preoccupa la reazione della politica che giustamente vuol capire e vuole assicurarsi che non capiti più». Tuttavia, puntualizza: «quando bisogna mettere mano le regole ci vuole buon senso. Occorre superare limiti della regolamentazione troppo formale. Una banca per definizione assume e gestisce rischi, se non lo fa non va da nessuna parte». Ma poi ha aggiunto un peso da cento: «Per saper gestire il rischio ci vuole personale preparato, dal consulente alla clientela fino alla direzione e al cda». Lui che al Credit Suisse ha lavorato per ben 18 anni, ha lanciato un rimprovero rivolto soprattutto all’autorità di vigilanza: «Non ditemi che non c’erano segnali che faceva acqua da tutte le parti. Sono stati anni di gestione scellerata e si è andati avanti facendo finta di niente. E come il Titanic è affondata. Forse a mancare è stata proprio la preparazione di base. La gestione deve essere in grado di tirare il freno a mano quando c’è bisogno».
E ha invitato il regolatore ad avere «coraggio a intervenire tempestivamente».
La priorità ora è permettere e garantire «il successo della fusione», «per la piazza finanziaria». ma anche e soprattutto, per cittadini e collaboratori.

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