Gas, petrolio, grano: quanto sono aumentate le materie prime dall’inizio della guerra?

Chiara De Carli

14 Marzo 2022 - 15:19

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La guerra non ha fatto altre che gettare benzina su una situazione già di per sé incendiaria.

Gas, petrolio, grano: quanto sono aumentate le materie prime dall'inizio della guerra?

Sono passati ormai 18 giorni dallo scoppio della guerra in Ucraina e i suoi effetti sono già palpabili. Tra le diverse conseguenze, l’impennata dei prezzi in diversi settori: energia, carburante e materie prime. L’invasione della Russia non ha fatto altro che dare man forte a una crisi già in atto, portando sempre più a una corsa dei costi al rialzo e a un’impennata inflazionistica storica.

Aumenti record

Dal gas al nichel, passando per il frumento e il rame, sono molte le risorse che stanno raggiungendo aumenti record. Soprattutto quando si tratta delle più importanti e preziose commodities per la vita quotidiana.

Materie prime, quali le più care?

Settore energetico, metalli, agroalimentare: nessuno è escluso. Tra le commodities più costose, dal 24 febbraio – giorno dell’invasione – troviamo (con relativa percentuale di rincaro):

  • gas naturale: 180%
  • carbone termico: 126%
  • nickel: 93%
  • coke: 53%
  • frumento: 42%
  • lamiere da treno: 41%
  • petrolio: 32%
  • ottame ferroso: 30%
  • ghisa da affinazione: 29%
  • palladio: 18%
  • alluminio: 19%
  • zinco: 17%
  • minerale di ferro: 16%
  • mais: 15%
  • legno: 10%

Confrontando poi i prezzi della prima metà di marzo con quelli più recenti, si riscontrano forti aumenti per: coke +111%, nickel +130%, alluminio +42%, frumento +57%, palladio +47%, litio +81%, mais +28%. Anche il gas è schizzato alle stelle. Dal primo all’11 marzo è aumentato del 219%, il carbone termico del 212% e il petrolio del 62%.

Commercio nel caos

Pandemia e problemi nelle catene di approvvigionamento avevano già spianato la strada ai rincari. La guerra non ha fatto altre che gettare benzina su una situazione già di per sé incendiaria. Da Russia e Ucraina vengono distribuiti, in diverse parti del mondo, metalli, grano, frumento e mais. Con l’interruzione dei trasporti commerciali del Mar Nero, le pesanti sanzioni economiche e la paura di una paralisi generalizzata dei mercati, è scattata la corsa ai rialzi.

Settori produttivi in crisi

Con le materie prime a prezzi così elevati, si sta assistendo a un terremoto dei principali settori produttivi. Acciaierie, fonderie, imprese di ceramica e del vetro, produttori di carta da ogni parte del mondo stanno lanciando l’allarme. Anche l’automotive è ostacolato da nickel e palladio troppo costosi.

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