L’economia globale è rimasta resiliente, nonostante gli scossoni registrati nel segmento bancario e gli aumenti del tasso di interesse. Tuttavia, una nuova ripresa economica potrebbe mandare tutto all’aria.
Settimana d’attesa per i trader di tutto il mondo. Gli occhi sono puntati, in modo particolare, sulla diffusione dei dati relativi all’inflazione nell’eurozona e negli Stati Uniti. Informazioni cruciali che serviranno per capire la direzione che prenderanno Banca centrale europea (Bce) e Federal Reserve (Fed) nelle loro riunioni sulla politica monetaria previste per settembre.
A fronte di ciò, alla fine della prima parte dell’anno, si iniziano a tirare le somme. L’economia globale è rimasta resiliente, nonostante gli scossoni registrati nel segmento bancario e gli aumenti del tasso di interesse. Secondo Eric Winograd, Director—Developed Market Economic Research di AllianceBernstein, tuttavia, «le divergenze tra il mondo sviluppato stanno cominciando a riaffiorare e gli Stati Uniti probabilmente se la caveranno meglio, nonostante il recente declassamento del rating creditizio». Malgrado nessuno si aspetti che vadano veramente in default e dunque dagli economisti non viene visto come un problema sul lungo periodo.
A settembre le banche centrali si prendono una pausa
L’onda inflazionistica registrata nei mesi scorsi ha lasciato dietro sé delle conseguenza importanti, come l’aumento dei prezzi che potrebbero attenuarsi nei prossimi mesi. Le banche centrali, quindi, potrebbero mettere in pausa il ciclo di aumento dei tassi di interesse. «Non prevediamo ulteriori aumenti dei tassi negli Stati Uniti e solo uno in più nell’area dell’euro. Tuttavia, le decisioni della banca centrale sono basate sui dati, il che rende la politica monetaria a breve termine incerta e soggetta a cambiamenti. I mercati devono quindi essere preparati a possibili fluttuazioni in relazione al rilascio di dati», ha detto Winograd nella sua analisi.
L’economia rallenta e forse va bene così
Arrivati a questo punto, quindi, eventuali segnali di ripresa economica negli Usa come nella zona euro potrebbero essere preoccupanti per mercati azionari e obbligazionari. Infatti qualora l’attività dovesse rimbalzare in questa fase del ciclo le conseguenze potrebbero essere negative, spingendo le banche centrali verso nuovi aumenti dei tassi. Per questo è importante mantenere monitorato il comportamento dei consumatori, ora più che mai.
In Giappone continua politica monetaria ultraccomodante
In Asia, intanto, la Bank of Japan (BoJ) ha continuanto gradualmente ad allentare il controllo della curva dei rinedimenti, in risposta a ulteriori aumenti dell’inflazione, mantenendo una politica monetaria accomodante. Strategia che non cambierà di certo quest’anno. Nel 2024 non si sa.
In Cina, «la politica cinese ha segnato un sottile passaggio a politiche più espansive, ma i dettagli rimangono incerti. Il sostegno fiscale sarà fondamentale per stabilizzare l’economia cinese», scrive Winograd.
Mercati emergenti in sorpasso?
Nella sua analisi conclude facendo riferimento ai mercati emergenti che in molti casi sono in vantaggio rispetto ai mercati sviluppati in questo ciclo. È probabile che i tagli dei tassi d’interesse e la conseguente ripresa della crescita avvengano prima nei mercati emergenti, in particolare in America Latina.
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