Orologi svizzeri: nel 2022 boom di esportazioni, nonostante l’assenza della Cina

Redazione

24/01/2023

24/01/2023 - 12:59

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Il bilancio della Federazione dell’industria orologiera svizzera mostra una crescita solida, livelli record e prospettive favorevoli.

Orologi svizzeri: nel 2022 boom di esportazioni, nonostante l'assenza della Cina

L’industria orologiera svizzera ha avuto un anno eccellente nel 2022. Lo ha comunicato in una nota la FHS (Federazione dell’industria orologiera svizzera) in cui spiega che l’anno scorso, dopo il ritorno ai livelli pre-crisi osservati nel 2021, il settore ha registrato una solida crescita che gli ha permesso di raggiungere un livello record, nonostante il calo significativo registrato da due dei tre mercati principali.

Orologio svizzero: uno status symbol

Le esportazioni di orologi svizzeri sono state pari a 24,8 miliardi di franchi nel 2022, superando il risultato del 2021 dell’11,4%. Gli orologi hanno beneficiato in generale della forte domanda di prodotti di lusso e dell’aumento della ricchezza globale. Anche la gamma entry-level Swiss made ha avuto molto successo e ha chiuso l’anno con un risultato positivo.
Rappresentando oltre il 95% del valore esportato, gli orologi da polso hanno ottenuto un risultato di 23,7 miliardi di franchi, l’11,6% in più rispetto al 2021. Il loro numero ammonta a 15,8 milioni di pezzi, pari a 50.000 unità in più (+0,3%) rispetto all’anno precedente. L’evoluzione dei volumi è stata divisa tra il notevole aumento della categoria Altri materiali (+32,3%) e la tendenza al ribasso mostrata dagli orologi in acciaio (-7,8%) o in altri metalli (-18,4%).
Gli orologi di quarzo hanno fatto salire il numero di pezzi, grazie a un aumento di 385.000 unità (+4,1% rispetto al 2021). I segnatempo meccanici, invece, sono diminuiti di 335.000 pezzi (-5,3%), pur aumentando in valore dell’11,5%.
I principali segmenti di prezzo sono risultati in crescita, ad eccezione della fascia 200-500 franchi (prezzi all’esportazione), sceso del 24,0%, rappresenta meno del 3% delle vendite all’estero e ha contribuito per un solo punto percentuale alla crescita del risultato complessivo. Questa tendenza di lunga data è tuttavia preoccupante per i volumi coinvolti, anch’essi in calo del 22,2%, pari a 625.000 pezzi. Allo stesso tempo, gli orologi che costano meno di 200 franchi hanno registrato un aumento di valore del 5,9%. L’andamento è simile (+4,8%) tra i 500 e i 3.000 franchi, mentre i segnatempo che costano più di 3.000 franchi hanno registrato un’impennata del 15,6%.

Risultato da record, nonostante l’assenza della Cina

Il contesto economico sfavorevole ha avuto un impatto minimo sull’attività, mentre le condizioni sanitarie hanno avuto un impatto più diretto, soprattutto in Cina. Mentre la situazione geopolitica in Russia ha avuto un impatto limitato, dell’ordine dell’1% sul risultato annuale.
Il continente americano ha registrato la crescita maggiore (+23,9%) e ha assorbito il 19% delle esportazioni di orologi svizzeri nel 2022. L’Asia (+4,4%) è stata frenata dal calo dei suoi due mercati principali. Dopo cinque anni al di sopra del 50%, rappresentava meno della metà (49%) del livello mondiale. L’Europa (+15,8%) ha registrato un aumento più vicino alla media e ha aumentato la sua quota al 30%.
Gli Stati Uniti (+26,3%) hanno registrato una crescita molto forte per il secondo anno consecutivo, portandola a un livello particolarmente elevato.
Il continente asiatico si è diviso tra il declino della Cina (-13,6%) e di Hong Kong (-10,5%) da un lato, e l’aumento sostenuto di altri sbocchi come Giappone (+19,5%), Singapore (+26,4%), Emirati Arabi Uniti (+12,7%) e Taiwan (+15,0%) dall’altro. La Corea del Sud (+1,9%) ha registrato un aumento più moderato, dovuto all’assenza di turisti cinesi. Il calo della Cina è dovuto in gran parte alle misure di controllo della pandemia, in particolare al contenimento di Shanghai nel secondo trimestre. Per quanto riguarda Hong Kong, che si è più che dimezzata in otto anni (-53,7%), si tratta di un lungo riassestamento del mercato, unito alle conseguenze della pandemia.

Difficoltà sulla catena di approvvigionamento

Dal punto di vista della produzione, le aziende orologiere hanno dovuto far fronte alla carenza di materie prime, all’aumento dei costi e all’allungamento dei tempi di consegna. Anche la mancanza di manodopera è stata talvolta un freno. Ciononostante, l’industria ha continuato a investire, innovare e creare molti posti di lavoro.
I marchi hanno costantemente cercato di soddisfare una clientela ormai distribuita su cinque generazioni con modelli di consumo diversi. In quest’ottica sono proseguiti i progetti di digitalizzazione, con diverse incursioni nel mondo del Web3 in particolare.

Prospettive 2023

In un contesto ancora incerto, le prospettive per l’industria orologiera svizzera rimangono buone. Fondamentali solidi e domanda sostenuta dovrebbero essere sinonimo di crescita nel 2023.
L’elevata base di confronto e il livello di rischio implicheranno un tasso di crescita inferiore a quello del 2022, ma comunque significativo.

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