Secondo l’analisi diffusa da Moody’s, i tassi di interesse elevati mettono a rischio la liquidità delle banche, soprattutto quelle regionali.
Il rating creditizio di diverse banche statunitensi è stato rivisto da Moody’s. Di piccole e medie dimensioni, Moody’s ha tagliato il coefficiente di Bank of New York Mellow, Us Bancorp, State Street, Truist Financial, Cullen/Frost Bankers and Northen Trust.
Ma non finisce qui. Ha infatti modificato l’outlook negativo per 11 banche, tra cui Capital One, Citizens Financial e Fifth Therd Bancorp.
Declassate anche M&T Bank, Pinnacle Financial, BOK Financial e Webster Financial.
Tassi di interesse alti, le banche scricchiolano
I maggiori problemi che le banche stanno incontrando solo relativi ai tassi di interesse e di gestione delle passività, con implicazioni per liquidità e capitale. “La riduzione della politica monetaria non convenzionale prosciuga i deposoti a livello di sisema e i tassi di interesse più elevati deprimono il valore delle attività a tasso fisso” hanno detto gli analisti di Moody’s in una nota stampa.
La conferma arriva nei risultati del secondo trimestre di molte banche che “hanno mostrato crescenti pressioni sulla redditività che ridurranno la loro capacità di generare capitale interno”. Nel documento si prospetta poi una lieve recessione per gli Stati Uniti per l’inizio del 2024, con una qualità degli asset “destinata a diminuire da livelli solidi ma insostenibili, con rischi particolari nei portafogli di immobili commerciali (CRE) di alcune banche”, viene sottolineato.
Riserve ridotte
Dopo gli scossoni registrati nel settore bancario la scorsa primavera, Moody’s aveva avvertito che all’orizzonte la fiducia dei clienti potrebbe ancora venire meno. In particolare per quelli istituti con sostanziali perdite non realizzate, non coperte dai loro coefficienti patrimoniali regolamentari.
A rendere altamente instabile la situazione, l’aumento significativo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve che a luglio ha portato il costo del denaro tra il 5,25% e il 5,5% che esacerbano i rischi di tasso di interesse e gestione delle passività (ALM). Inoltre, la continua riduzione delle riserve del sistema bancario presso la Fed, rende le prospettive tutt’altro che rosee.
Stando alle valutazioni degli analisti di Moody’s, i tassi di interesse molto probabilmente rimarranno alti fino a quando l’inflazione non tornerà nei valori obiettivo della Fed.
Più a rischio le banche regionali
Quelle che corrono il rischio maggiore di essere travolte, ancora una volta dall’instabilità sono le banche regionali, poiché hanno un capitale relativamente basso. Le istituzioni con una maggiore quota di attività a tasso fisso in bilancio sono più vincolate in termini di redditività e capacità ad aumentare il capitale e continuare a prestare. Rischi più pronunciati, qualora gli Usa dovessero entrare in recessione.
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