Pubblicate oggi le statistiche delle cause di morte in Svizzera nel 2020, primo anno di pandemia: i decessi sarebbero stati 9.305, ma l’ufficio della sanità pubblica ne ha contati 6.907. Chi ha ragione?
Più che la morte, adesso, come minimo c’è da spiegare la discrepanza nei numeri. Perché nessuno ormai dubita più, come si faceva quasi per scaramanzia all’inizio, attribuendo le colpe alle malattie concomitanti piuttosto che alla misteriosa pandemia in corso, che i decessi registrati sotto la voce Covid al virus siano effettivamente dovuti. Ma certo c’è chi si domanda come mai, presentati da uno, siano poco meno di settemila; proposti dall’altro, circa il 35% in più. Mica inezie: 2.398 persone, scomparse nel nulla di altre circostanze e patologie non specificate.
Dove è finito chi manca all’appello?
Colpa della diversa base dati di partenza, si ragiona in cerca di una spiegazione plausibile. Ma davvero può bastare a mettere gli animi in pace, quando l’Ufficio federale di statistica dice 9.305 e l’Ufficio federale della sanità pubblica 6.907? Tanti sarebbero gli svizzeri morti nel 2020, anno in cui il Covid ha fatto il suo ingresso nel mondo. Ma a quale dei "tanti" credere, è affare personale.
Il 95,7% soffriva anche di un’altra patologia
Non resta, nel frattempo, che esplicare almeno un poco i dati, e di questo accontentarsi. Secondo l’Ust, che poche ore fa ha pubblicato uno studio sulle cause di morte in Svizzera, il 95,7% delle novemila e passa vittime del Covid soffriva già di almeno un altro disturbo serio, che potrebbe avere aggravato il quadro clinico ma che non sarebbe responsabile, però, del decesso.
Chi ha aiutato il Covid: cuore, demenza, cancro
A complicare la situazione, nel 68,5% dei casi, sarebbero state le malattie del sistema cardiocircolatorio. Una persona su quattro era affetta da demenza, il 13,8% faceva i conti con il diabete, l’8,7% con il cancro e il 4,4% aveva altre malattie infettive.
Decessi più che triplicati a fine anno
Il periodo più infelice per la Svizzera, grossa differenza per esempio con l’Italia, pare sia stato non quello dei primi mesi e dell’incapacità di far fronte a qualcosa di inspiegato, ma il finale dell’anno. A novembre e dicembre l’Ust ha calcolato 6.544 morti, a fronte dei 1.890 di marzo e aprile, periodo di lockdown più severo. Netta la preponderanza degli over 65, nelle statistiche che vengono realizzate sulla base delle informazioni degli uffici dello stato civile, ai quali i medici trasmettono il certificato di morte.
Il diverso sistema di misurazione
Sistema più o meno affidabile di quello della sanità pubblica, che invece pubblica i suoi dati in tempi più rapidi affidandosi alle primissime segnalazioni degli studi medici, non ancora messe nero su bianco? Ai posteri, avrebbe qui più che altrove senso dire, l’ardua sentenza.
Argomenti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter