Il patron di Tesla aspira a far deporre l’ex capo della sicurezza informatica Peter Zarko, che ha ufficialmente accusato il social network di dire bugie sulla sua attività.
Adesso, Elon Musk chiede aiuto a Twitter. O, meglio, ai suoi detrattori interni: nello specifico, all’ex capo della sicurezza Peter Zatko, che ha recentemente accusato il social network di essere menzognero sulla propria correttezza e le sue potenzialità. Il patron di Tesla gli ha così chiesto di fornire prove alle sue affermazioni e di testimoniare nel processo che si aprirà il prossimo 17 ottobre nel Delaware.
Le denunce alle autorità americane
In un documento inviato il mese scorso a due autorità di regolamentazione americane e al dipartimento di Giustizia, Zatko avrebbe infatti "denunciato" Twitter per le condizioni di scarsa sicurezza informatica, puntando il dito contro i dirigenti di Twitter per aver consapevolmente trascurato la portata della lotta necessaria contro account falsi e spam. Affermazioni che potrebbero ora essere utilizzate da Elon Musk per rafforzare la sua linea di difesa e ottenere il nulla osta legale alla rinuncia dell’acquisto di Twitter, annunciato in primavera e poi negato.
Chiesti i dati ufficiali a partire dal 2019
Peter Zatko è stato così citato in giudizio dagli avvocati di Musk, con la richiesta di fornire quanto in suo possesso riguardo «all’impatto e agli effetti di account falsi e spam sull’attività di Twitter» a partire da gennaio 2019, nonché qualsiasi documento relativo alla misurazione del numero di utenti attivi giornalieri monetizzabili (mDAU), indicatore chiave della performance del gruppo.
«Proteggere il pubblico, non Elon Musk»
Ma l’ambizione è più elevata: l’idea è di convincere Zatko a deporre in favore di Elon Musk. I legali hanno però tenuto a precisare in queste ore che Zatko «non ha avvisato le autorità competenti allo scopo di favorire Musk o indebolire Twitter», ma con l’intento più nobile di «per proteggere il pubblico americano e gli azionisti di Twitter».
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