Il titolo crolla, poi si riprende. Complice il fatto che è stato rinviato il piano per trasformare in clienti paganti coloro che condividono abusivamente le password: almeno 100 milioni di famiglie, secondo la società.
Prima o poi doveva accadere. Come quando va tutto fin troppo bene: a un tratto, su quel pecorso così liscio, si finisce per scivolare. Succede anche a Netflix, colosso che negli ultimi anni non ha fatto che incamerare consensi ma, ultimamente, attraversa periodi di difficoltà. E, ora, si trova con un inizio 2023 deludente, fatto di crescita sotto le aspettative e di prospettive che non soddisfano.
Addio ai dvd per posta
Di certo, non aiuta l’atteggiamento degli utenti che, finora, hanno condiviso illegittimamente le password e contro i quali è stato deciso di avviare una politica di repressione. Obiettivo: incamerare sottoscrizioni da chi non vive sotto lo stesso tetto del titolare legittimo di un account che viene sfruttato da più persone. Un grosso cambiamento, sulla carta, che si andrà ad aggiungere alla soppressione del servizio di noleggio di dvd per posta negli Stati Uniti, con il quale la storia della compagnia è cominciata venticinque anni fa.
La reazione di Wall Street
Di certo, al momento, c’è la diffidenza di Wall Street, che alla pubblicazione della trimestrale ha reagito con un crollo repentino, per poi cominciare una lenta risalita. Colpa soprattutto di un numero di abbonati inferiore alle attese, visto che sia utili sia ricavi erano in linea con le stime. L’incremento registrato è pari a 1,75 milioni di abbonati nel primo periodo dell’anno, per un totale di 232,5 milioni: un aumento insignificante rispetto a quello registrato durante la pandemia.
Il piano per recuperare clienti
Ciò nonostante, il piano per recuperare utenti tramite severe limitazioni alla condivisione della password procede a rilento. Sarebbe dovuto partire nel primo trimestre, è invece slittato al secondo. «Questo significa che una parte della crescita attesa nel numero di abbonati e dei benefici per i ricavi finiranno nel terzo trimestre, invece che nel secondo, ma crediamo che il risultato sarà migliore per gli abbonati e per i nostri affari», hanno commentato i portavoce.
20 milioni di utenze da legalizzare
Secondo le valutazioni di Netflix, almeno 100 milioni di famiglie condividono i propri account nei Paesi in cui è offerto lo streaming e un 20-30% di questi, stima Morgan Stanley, potrebbe essere convertito in abbonati paganti, con prezzi da definire a seconda dei mercati nazionali. La convinzione di Netflix è che saranno le serie tv a fare da leva per convincere la gente a regolarizzarsi.
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