Sequestrati per tre giorni i binari in Lombardia. La Svizzera sconta le colpe del "disservizio" in Italia, che si ripercuotono inevitabilmente sul "servizio" in Canton Ticino.
Alle 6 e mezzo del mattino, Vito comincia la giornata con un post brevissimo, sul suo profilo Facebook: «È venerdì». Da aggiungere non c’è altro, se non un link a un gruppo che invoca l’intervento dell’Unione Europea per far luce sugli standard di "qualità e servizio" dei treni.
Le voci di protesta sui gruppi Facebook
Clodoaldo si lamenta per la mancanza di vergogna. «Il treno è in ritardo (come al solito) e passa pure il controllore». Nicolas scherza su due turiste inglesi, che non si capacitano dei tre minuti di ritardo e della coincidenza che così rischiano di perdere. «Povere cucciole, se solo sapessero che qui da noi devi accendere un cero alla Madonna». Brigitta si domanda quasi candida «Perché perché, tutti sti treni soppressi». Simona, «irritata», segnala che «le cancellazioni dei treni per Bergamo e Chiasso dalla stazione di Sesto fioccano». Antonia racconta la sua esperienza personale, e che sia da esempio per gli altri, mentre il controllore la vuol multare di 60 euro perché non ha biglietto sopra un treno che non rispetta né orari né decenza e lei replica che a dover pagare sono loro, «per i danni e la causa che vi faccio». «Ok, allora ne paghi solo 6 per questo viaggio». Monica commenta che «non ci sono parole. O forse sì, ma non si possono dire».
La colpa secondo Trenord: di uno spargigrasso
Storie di un’odissea che dura dall’inizio dell’estate, e che peggiora invece di risolversi, in Lombardia e con pesanti conseguenze sui treni che proseguono la tratta verso (e poi da) il Canton Ticino. Alla fine della scorsa settimana, è intervenuta addirittura la Procura, a sequestrare binari e ruote dei treni su cui Trenord scarica le colpe dei disagi. Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano vuole sapere se ci sia del vero, oppure dell’alibi, nelle giustificazioni proposte, e comunque verificare se non vi sia una responsabilità più seria in un disservizio che un giorno si appella al caldo, un giorno al temporale e il terzo alle rotaie che usurerebbero i convogli, trasformandoli in «polvere di ferro» depositata lungo la tratta a causa di uno spargigrasso fuori uso. Non fosse irrispettoso di chi aspetta invano lungo la banchina, sarebbe quasi romantico, di certo un audace sforzo creativo.
leggi anche
La Svizzera c’è: contro la Russia adottate tutte le sanzioni già applicate dall’Unione Europea
Il sequestro di binari e ruote: altri disagi
Solo oggi il dissequestro, ma per il ritorno alla normalità c’è da aspettare: che si tratti di quella che merita tal nome, e allora i tempi sono lunghi, o di quella delle ultime settimane, fatta di ritardi importanti e soppressioni così frequenti da trasformare il disagio in norma. Un tal caso, la ripartenza completa è annunciata solo per fine agosto, probabilmente lunedì 29: tre settimane per «rimettere in assetto i treni».
La petizione dei pendolari: target 25mila firme
Mentre chi usa i treni per spostarsi da e verso la Svizzera ormai scherza rassegnato, su change.org la petizione «I pendolari meritano un servizio serio» ha già superato le 15mila firme in cui sperava, spostando il target a 25mila. Alle 12.46 di venerdì 5 agosto erano 16.411 e promettono di crescere rapidamente, a giudicare dalla frqeunza delle nuove adesioni. Alle ore 12.59, per dire, erano 16.413.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter