La variante è più contagiosa di quella originaria e la sua forza si sta mostrando con l’aumento della pressione sul sistema ospedaliero.
Sono solo di ieri le parole del direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (Dss) Raffaele De Rosa. «Siamo di fronte a una nuova ondata» aveva dichiarato di fronte ai media, annunciando per l’appunto che «il virus non è sparito». Picco dei casi e aumento dei ricoveri: dopo il freedom day dello scorso 17 febbraio non tutto è andato come si sperava.
La variante Omicron BA.2
Più comunemente nota come variante Omicron 2, è più contagiosa di quella originaria e la sua forza si sta mostrando con l’aumento della pressione sul sistema ospedaliero. Forse è meno virulenta, ma ad ogni modo in queste settimane, sono aumentati nuovamente gli ingressi in ospedale e i decessi delle persone più vulnerabili, vaccinate o no.
Ritorneremo a indossare le mascherine?
Omicron 2 è più contagiosa (+30%) di Omicron, che a sua volta era più contagiosa di Delta, ma non differiscono molto per sintomatologia o risposta ai vaccini. La velocità di trasmissione però comporta un ulteriore problema: la diffusione del virus su persone fragili o non vaccinate.
L’abrogazione delle misure ha portato la sospensione dell’uso della mascherina nei luoghi al chiuso, favorendo l’innalzamento della curva dei contagi. Il direttore del Dss De Rosa ha infatti sottolineato che il rischio di infettare e di infettarsi in questi posti è più elevato. Per questo è importante rilanciare l’uso della mascherina, nonostante le persone siano stanche di sentire parlare di Coronavirus e di indossare dispositivi di protezione.
Omicron 2 e i rischi legati alla contagiosità
Tramite l’analisi delle acque reflue, svolto in collaborazione con la Supsi, è possibile capire l’andamento della pandemia. Al momento del freedom day effettivamente i contagi erano in discesa, ma dopo la sospensione dell’obbligo della quarantena si è assistito a una drastica risalita. Una valutazione avvalorata dal riscontro dei casi.
Tre settimane fa, Omicron 2 segnava il 5% dei casi, due settimane fa raggiungeva il 25%, settimana scorsa era già oltre il 50%. E le prospettive per i prossimi giorni non sono rincuoranti. Giorgio Merlani, medico cantonale, ha sottolineato durante la conferenza stampa, che il virus non è diventato un raffreddore. Nonostante questo, la popolazione con cui oggi si deve confrontare è ben diversa rispetto a quella di due anni fa: tra vaccinati e persone che si sono ammalate, l’immunità di gregge è molto più alta.
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