Per l’Agenzia internazionale per l’energia il greggio degli Urali dalla Russia viene offerto a sconti record, ma l’assorbimento è finora limitato.
Senza i grandi acquirenti mondiali, il petrolio russo cerca nuovi prospect ai quali proporsi.
A detta degli esperti di Money.it, nonostante il conflitto in corso in Ucraina stia condizionando il settore energetico, c’è stato un “aumento significativo” nelle consegne di petrolio russo dirette all’India.
Anche la Cina starebbe comprando più petrolio dalla Russia con forti ribassi.
Il quadro commerciale energetico che si sta delineando appare dunque chiaro. Pechino e Nuova Delhi non hanno imposto alcuna sanzione contro la nazione di Putin. Risultato? L’aumento generale dei rapporti commerciali tra questi Paesi.
Greggio in saldo
Per l’Agenzia internazionale per l’energia il greggio degli Urali dalla Russia viene offerto a sconti record, ma l’assorbimento è finora limitato. Le previsioni lasciano intuire che ci sia il rischio di una potenziale perdita di 3 milioni di barili al giorno di fornitura di petrolio russo a partire da aprile.
L’India - che in tutto il 2021 ha acquistato 12 milioni di barili - dall’inizio di marzo ha intensificato gli ordini dalla Russia, tanto che circa 6 milioni di barili siano diretti verso il Paese. Un aumento più che significativo. Tradizionalmente, la nazione ottiene il greggio dall’Iraq, dall’Arabia Saudita, dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Nigeria, ma in questo momento stanno tutti dettando prezzi più alti.
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In attesa della mossa del dragone
Gli analisti si aspettano che anche la Cina, il più grande importatore di petrolio al mondo, scelga greggio russo scontato. Il colosso asiatico è già il più grande acquirente singolo di petrolio russo e ha comprato una media di 1,6 milioni di barili al giorno di greggio russo nel 2021. Gli acquisti cinesi di greggio russo sono leggermente aumentati quest’anno, ma gli analisti non l’hanno attribuito alla guerra.
E nel frattempo il prezzo del Brent scende
Oggi, alle ore 8.22 circa, la quotazione Brent era di 108,85 dollari al barile (-0,59%) e i futures WTI viaggiavano su 105,22 dollari al barile (-0,70). Entrambe le quotazioni avevano toccato prezzi oltre i 110 dollari al barile solo 24 ore prime. Il petrolio ha continuato dunque a scendere dopo aver limitato la più grande perdita in quasi tre settimane per la preoccupazione che un’epidemia di virus in Cina peserà sulla domanda globale.
Shanghai è l’ultima città cinese coinvolta nell’impennata di positivi. L’hub finanziario del Paese rappresenta circa il 4% del consumo di petrolio della Cina, hanno affermato gli analisti di ANZ Research Rystad. Per questo il suo lockdown in due fasi allerta la domanda di greggio.
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