La Russia nelle scorse settimane ha ridotto drasticamente le forniture di gas all’Europa. Nel caso i Paesi dell’Eurozona non dovessero riuscire a fare sufficienti scorte di combustile, le conseguenze potrebbero essere serie anche per la Svizzera.
Lo scorso dicembre, alla luce della tensione geopolitica in atto, il Consiglio federale aveva istituito un’organizzazione di crisi focalizzata sul mercato dell’energia. Negli ultimi mesi, però, al rincaro dei prezzi dell’elettricità si è aggiunta un’altra incombenza, la critica situazione relativa al gas. Nelle ultime settimane, infatti, la Russia ha ridotto sensibilmente le forniture di gas ai Paesi dell’Eurozona e ora rappresentano solo il 15% circa delle importazioni di gas di tutta l’Unione Europea. Oltre al calo della domanda di gas russo, le ragioni sono da ricercare nelle forniture attraverso il gasdotto "Nord Stream 1", che sono state ridotte dalla Russia a partire da metà giugno.
Come avevamo spiegato qualche giorno fa, la Svizzera non dispone di strutture di stoccaggio proprie e quindi dipende completamente dalle importazioni. Fino a tre quarti delle forniture di gas alla Svizzera passano per la Germania, dunque anche la nostra nazione potrebbe essere colpita da eventuali carenze di gas nell’Ue. Se gli impianti di stoccaggio non possono essere riempiti secondo i piani, non si può escludere una carenza nel prossimo inverno.
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Task force
Per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento, le aziende del gas hanno istituito la task force sull’approvvigionamento invernale 2022/2023 sotto la guida dell’Associazione Svizzera dell’industria del gas (ASIG), in cui sono rappresentate anche le autorità federali (DATEC, DEFR). Il 18 maggio 2022 il Consiglio federale ha preso atto del piano della task force per la creazione di una riserva invernale di gas e ha obbligato i fornitori regionali ad attuarlo. Il piano prevedeva due misure: in primo luogo la creazione di una riserva fisica di gas in impianti di stoccaggio nei Paesi limitrofi, destinata a coprire il 15% (circa 6 TWh) del consumo annuale di gas della Svizzera (circa 35 TWh). In tal modo, la Svizzera contribuisce anche a riempiere gli impianti di stoccaggio europei. In secondo luogo si aggiunge la ricerca di opzioni per forniture aggiuntive di gas non russo per un totale di 6 TWh (circa il 20% del consumo invernale della Svizzera), a cui fare ricorso all’occorrenza con breve preavviso. Il Consiglio federale ha invitato la task force a ultimare il piano entro la fine di giugno 2022, portato ora a termine, e a regolamentare l’attuazione (gestione e utilizzo della riserva, prezzi, trasparenza sui contratti e sui costi, garanzia delle necessarie capacità di importazione dalla rete).
Cosa fare in caso di penuria
Oltre ai provvedimenti già adottati o avviati per prevenire le insufficienze, il Consiglio federale - insieme alle unità amministrative responsabili, ai Cantoni e alle aziende del settore energetico - sta studiando diversi scenari per prepararsi a un’eventuale mancanza di gas o di elettricità. Quest’ultima sembra sempre più probabile anche in Svizzera, sia a causa delle difficoltà che hanno le centrali nucleari in Francia (molte sono state messe fuori servizio in seguito a controlli di sicurezza) sia dei previsti livelli idrici nei laghi artificiali svizzeri, attualmente inferiori alla norma.
Nello scenario di un’imminente mancanza di gas, la Confederazione e le aziende inviteranno tutti gli utenti a ridurre i consumi in modo significativo, attraverso una campagna informativa (raccomandazioni e consigli). Nel contempo, gli utenti che dispongono di impianti bicombustibili, cioè funzionanti sia a gas naturale che a gasolio, passerebbero alla seconda modalità. Il Consiglio federale raccomanda agli utenti degli impianti bicombustibili di riempire ora le cisterne nonostante i prezzi elevati
Se gli appelli non dovessero bastare...
Il consumo verrebbe contingentato. Verrebbero limitati per primi tutti gli impianti che non rientrano nella categoria dei consumatori protetti. I consumatori protetti comprendono, in particolare, i nuclei domestici collegati a una rete di distribuzione di gas naturale per la fornitura di calore, nonché i servizi sociali di base (escluse l’educazione e la pubblica amministrazione).
Affinché la riduzione delle forniture di gas si limiti allo stretto necessario per tutti i consumatori, a tutti i clienti "non protetti" verranno assegnati contingenti senza ordine di priorità. Inoltre, sono attualmente allo studio anche alcune restrizioni, ossia il divieto di consumare gas per certe utilizzazioni.
Organizzazione di crisi
Sui mercati dell’energia si osservano forti interdipendenze tra elettricità, gas naturale e petrolio. Considerati gli sviluppi della situazione, queste fonti energetiche richiedono pertanto un approccio integrato. A livello politico, il comitato direttivo DATEC- DEFR stabilisce le linee guida. Oltre ai capidipartimento responsabili, la consigliera federale Simonetta Sommaruga e il consigliere federale Guy Parmelin, il comitato comprende l’Associazione svizzera dell’industria del gas (ASIG), l’Associazione delle aziende elettriche svizzere (AES), la Conferenza dei direttori cantonali dell’energia (EnDK), i direttori di Axpo, Alpiq, BKW, Repower e Swissgrid, le aziende petrolifere, il direttore dell’UFE, il delegato dell’AEP e il presidente della Commissione federale dell’energia elettrica (ElCom). I compiti di questo comitato sono il coordinamento politico tra la Confederazione e i Cantoni, l’analisi della situazione a livello politico e strategico, la valutazione della necessità di intervento e la consultazione preliminare sulle decisioni del Consiglio federale. L’attuale organizzazione (cfr. organigramma) rispecchia la situazione del momento.
Misure in caso di mancanza di energia elettrica
Nel settore dell’energia elettrica, in caso di penuria l’attuazione operativa delle decisioni del Consiglio federale spetta all’OSTRAL (Organizzazione per l’approvvigionamento elettrico in situazioni straordinarie). Esiste già, e interviene in caso di penuria di energia elettrica su incarico dell’AEP. Nel settore del gas, a maggio il Consiglio federale ha incaricato l’ASIG di istituire un’organizzazione d’intervento in caso di crisi (OIC) a cui affidare l’attuazione tecnica dei suoi decreti, e di elaborare un piano di monitoraggio specifico per il gas. I lavori sono attualmente in corso.
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