La Germania stanzierà 200 miliardi di euro per aiutare la popolazione alle prese con i prezzi alle stelle dell’energia. Il piano potrà però rivoltarsi contro il resto d’Europa.
Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato un piano da 200 miliardi di euro, che comprende un freno ai prezzi del gas e un taglio delle imposte sulle vendite del carburante, in modo da proteggere le imprese e le famiglie dall’impatto della crisi energetica. Il provvedimento rischia però di nuocere a tutto il resto d’Europa.
Il piano della Germania
Prosegue la risposta colpo su colpo tra Germania e Russia. Come riporta il Corriere della Sera, la più grande economia europea sta cercando di far fronte all’aumento dei costi del gas e dell’elettricità, causato in gran parte dal crollo delle forniture di gas russo all’Europa, che Mosca ha interrotto in risposta alle sanzioni occidentali dopo l’invasione dell’Ucraina a febbraio.
Secondo i piani, che dureranno fino alla primavera del 2024, il governo introdurrà un fondo d’emergenza per i prezzi del gas, i cui dettagli saranno annunciati il mese prossimo. Il governo sta inoltre eliminando un’imposta sul gas, in modo da aiutare le imprese che lottano contro gli alti prezzi del mercato. Un freno temporaneo ai prezzi dell’elettricità sovvenzionerà il consumo di base per i consumatori e le piccole e medie imprese. L’imposta sulle vendite di gas scenderà dal 19% al 7%.
Il Cancelliere Scholz ha chiaramente fatto capire che la manovra è volta anche a minare l’atteggiamento di Putin. Pochi giorni fa infatti, la fornitura di gas tedesca è stata vittima di un probabile sabotaggio da parte della Russia. Non è da escludere che questi fatti abbiano definitivamente convinto il governo tedesco a provvedere su questa strada.
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La strategia per fermare l’inflazione
Nel tentativo di ridurre la dipendenza dall’energia russa, la Germania promuove anche l’espansione delle energie rinnovabili e lo sviluppo di terminali di gas liquefatto. In questo contesto, per aiutare le famiglie e le imprese a superare eventuali interruzioni dell’approvvigionamento invernale, soprattutto nelle regioni meridionali del Paese, due centrali nucleari che dovevano chiudere entro la fine di quest’anno potranno continuare a funzionare fino alla primavera del 2023.
Il ministro delle finanze Christian Lindner ha dichiarato di voler proseguire con questo approccio anche per l’anno prossimo, dichiarando che le finanze pubbliche del Paese sono stabili e in grado di tutelare i cittadini. Lindner ha inoltre affermato che le misure adottate serviranno a frenare l’inflazione, che a settembre ha raggiunto il livello più alto in oltre un quarto di secolo.
L’Ue non ci sta
Seppur queste manovre siano state accolte positivamente dal popolo e dalla classe dirigente tedesca, la prospettiva degli altri stati membri dell’Unione Europea è ben diversa. Il principale rischio che si può verificare è il solidificarsi della speculazione sul mercato del gas. I 200 miliardi stanziati per i consumi di gas dei cittadini non farà altro che gonfiare ulteriormente un mercato basato non sulla reale disponibilità di gas, quanto più sulle aspettative finanziarie di pochi e spregiudicati investitori. Per cui, in modo collaterale, il piano di tutela della Germania graverà sulla fornitura per gli altri Paesi membri, in quanto il prezzo del gas salirà di certo una volta attuata la manovra. Per questa ragione, gli stati dell’Ue si sono mostrati subito contrari all’idea del cancelliere tedesco.
La soluzione più coerente, e probabilmente più conveniente a livello economico per l’Ue, sarebbe quella di stabilire un tetto al costo del gas in Europa, una mossa proposta un anno fa dal Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. Il piano della Germania tuttavia non farà altro che rallentare ancora una volta questo provvedimento, oltre a influire negativamente sull’approvvigionamento energetico nel vecchio continente.
Arriva la risposta dalla Germania
"La Germania introduce un freno al prezzo del gas e questo non ha nulla a che fare con il tetto al prezzo del gas", ad affermarlo la portavoce del ministro dell’Economia a Berlino, in risposta a una domanda posta in conferenza stampa riguardo alla reazione provocata in Italia dall’introduzione dello scudo da 200 miliardi di euro e all’opposizione del governo tedesco al tetto sul prezzo del gas.
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