Una decisione necessaria per evitare di mettere a rischio l’approvvigionamento energetico della nazione che ha portato l’Esecutivo a stanziare 4 miliardi di franchi di sostegno ad Axpo.
La Svizzera si è unita alla decisione della Germania, andando incontro alle aziende fornitrici di energia, in difficoltà finanziaria per via dei forti rincari dei prodotti energetici sui mercati europei. Guerra in Ucraina, scarsa disponibilità delle centrali nucleari francesi, e da ultimo la la completa sospensione delle forniture da parte della Russia, hanno portato le imprese svizzere di settore a lanciare l’allarme per la mancanza di liquidità. Tra queste la Axpo Holding che, alla fine della settimana scorsa, ha chiesto aiuto al Consiglio federale, per accedere a un sostegno finanziario temporaneo. Nella giornata di ieri, in una riunione straordinaria, la Delegazione delle finanze delle Camere federali (DelFin) ha autorizzato il piano di salvataggio per 10 miliardi di franchi, aggiungendo al preventivo 2022 ulteriori 4 miliardi di franchi. In seguito all’approvazione della DelFin, il Datec ha deciso di accordare alla Axpo la linea di credito di 4 miliardi richiesta per rafforzarne la liquidità, in modo da impedire che l’azienda, di rilevanza sistemica per tutta la Svizzera, possa andare incontro a problemi, mettendo a rischio l’approvvigionamento energetico nazionale.
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Legge per salvare le imprese del settore
Per prendere questa decisione, il Consiglio federale ha fatto riferimento alle modalità disciplinate dalla legge federale urgente relativa ad aiuti finanziari concessi a titolo sussidiario per salvare le imprese del settore dell’energia elettrica, trasmesso dal Collegio al Parlamento a maggio e sostenuto dal Consiglio degli Stati in giugno. Poiché il Consiglio nazionale non ha ancora deciso in merito, il sostegno della Confederazione avviene in virtù di un’ordinanza di necessità. Durante la discussione sul piano di salvataggio, il Parlamento ha sottolineato che il Consiglio federale, se necessario, deve applicare il diritto di necessità. L’Esecutivo presuppone che le deliberazioni sul piano di salvataggio si concludano durante l’imminente sessione autunnale.
Perché serve il sostegno della Confederazione?
Il sostegno arriva in risposta alle difficoltà a cui le società elettriche sono chiamate a far fronte, ormai da mesi. L’acquisto dell’energia elettrica funziona così: per comprarla sono necessarie delle garanzie finanziarie, per cui solitamente le società richiedevano dei prestiti alle banche. Questo perché privati e imprese pagano il servizio a seguito dell’erogazione di correnti.
Inoltre, attualmente, il più degli importi pagati fanno fede a contratti con tariffe risalenti a 2 o 3 anni fa e ora, a causa della volatilità del mercato e degli ingenti rincari, le società rischiano di non avere a disposizione la liquidità necessaria per dare garanzia alla piazza finanziaria in caso di un nuovo acquisto. L’instabilità e l’enorme rischio che questa situazione comporta, ha fatto chiudere i rubinetti alle banche che non erogano più prestiti alle società di energia. Ecco dunque che l’ultima possibilità era chiedere aiuto alla Confederazione.
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