La grande «ammucchiata» non c’è più: il centrosinistra si spacca, Italia nei guai

Sara Bracchetti

08/08/2022

08/08/2022 - 11:32

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Politica nel caos: il leader di Azione Carlo Calenda, già viceministro dello sviluppo economico, lascia il Pd e la coalizione, aprendo la strada alla vittoria della destra. Che cosa aspettarsi per la Svizzera?

La grande «ammucchiata» non c'è più: il centrosinistra si spacca, Italia nei guai

Dice Carlo Calenda, leader di Azione, che inasprire il contrasto destra-sinistra, con il solo obiettivo di rimarcare differenze, non porterà voti e vittoria; al contrario, a una clamorosa sconfitta per il centro sinistra, che intende giocarsi le elezioni con la strategia del tutti contro la destra di Salvini, Meloni e compagnia. Ecco perché ha deciso di strappare: un addio alla coalizione che, annunciato ieri, è giunta a cinque giorni soltanto dall’adesione, sottoscritta dopo lunga trattativa.

I rapporti in sospeso con la Svizzera

Un voltafaccia? Un cambiamento di idea improvviso e repentino, quasi capriccioso? O un’obiezione ponderata non a un’idea di centro-sinistra unito, ma a una strategia d’azione improduttiva? Le domande si moltiplicano in queste ore, anche nella Svizzera che sta a guardare oltre confine e prova a capire meglio dinamiche astratte. Che cosa sta accadendo, il quesito è lecito, alla politica italiana? Che cosa aspettarci dalle prossime elezioni in un Paese con cui la Svizzera mantiene comunque strette relazioni e rapporti di vicinato, a cominciare dai lavoratori frontalieri e le leggi che, dalla tassazione agli assegni familiari, restano ora in sospeso fino a chissà quando?

Presa di distanze dall’atteggiamento "contro"

Sui quotidiani nazionali, la notizia campeggia oggi in prima pagina come titolo principale: perché non è un semplice addio a Letta. È un gesto che la dice lunga sulle divergenze e l’incapacità di ragionare insieme per il bene di un Paese e dei suoi cittadini, invece che sempre e a prescindere "contro" qualcosa, senza poi far seguire azioni davvero propositive ed efficaci.

Un addio mediatico: annunciato in televisione

Le conseguenze, cioè, saranno importanti e forse anche imprevedibili, come imprevedibile è stato un annuncio che ha scelto la televisione come platea, dinnanzi alla giornalista Lucia Annunziata nella trasmissione Mezz’ora cui Calenda ha parlato di scelta «sofferta». Senza mezzi termini, Calenda ha definito «un’ammucchiata» questo tentativo del Pd di imbarcare quante più parti possibili al fine principe di battere la destra, da Sinistra Italiana ai Verdi fino a Impegno Civico di Luigi Di Maio.

I punti fermi di Calenda su Twitter

Le ragioni, del resto, sembrano essere dalla sua parte: Calenda ha dichiarato di non voler far parte di una coalizione dove convivono forze che hanno «votato 55 volte la sfiducia a Draghi», plausibile ispiratore del centrosinistra. Tanto valeva allora preservare l’alleanza con il Movimento 5 Stelle, che peraltro vanta consensi tre volte più robusti di SI-Verdi secondo gli attuali sondaggi, ha obiettato Calenda. Il quale, al di là dei fatti più recenti, negli ultimi giorni si è scatenato su Twitter per ribadire i suoi punti fermi: «Revisione del reddito di cittadinanza, Nato, supporto all’Ucraina e revisione bonus 110%».

Uno smacco per Letta: e Renzi si fa avanti

E adesso? L’ipotesi più probabile, o accreditata, è che Calenda si allei con Matteo Renzi per formare il “terzo polo” di centro: sottraendo presumibilmente voti al centrosinistra e rendendo dunque ancora più facile la vittoria di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, compatti contro il frazionamento di centrosinistra, Movimento 5 Stelle e centro. Azione potrebbe però in questo caso dimostrare la propria forza: c’è chi suppone che, da solo, Calenda abbia ottime probabilità di raccogliere risultati significativi, sottolineando la differenza di vedute e impatto con un centro-sinistra senza più identità. Per il Pd, si tratta comunque già fin d’ora di uno smacco e un pessimo ritorno di immagine. Forse, al momento, l’unica certezza è questa.

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