La Svizzera riuscirà a rimanere a galla nonostante tutto. La situazione al di fuori dei confini sarà peggiore.
Previsioni contraddistinte dal negativismo, quelle annunciate dagli economisti del gruppo Raiffeisen nello studio diffuso mercoledì sulla futura crescita economica del paese. Secondo quanto riportato, per il 2023 il Pil svizzero si fermerà all’1,0%, dopo la precedente stima che prevedeva una crescita dell’1,5%. Nonostante questo rallentamento, lo studio parla di prospettive tutto sommato buone. Soprattutto al confronto con la situazione che sarà presente al di fuori dei confini elvetici. Nell’euro zona Raiffeisen prevede infatti una crescita sarà pari a zero. La solida situazione del mercato di lavoro e il ridotto calo dei salari reali, così come il buon andamento dei consumi privati e la minore dipendenza energetica dalle fonti stranieri permettono alla Svizzera di riuscire ancora una volta a rimanere per lo meno a galla. D’altra parte il segmento manifatturiero si dice negativo. Ma nel complesso, afferma il gruppo, ci sono “buone possibilità di una crescita almeno modesta del Pil oltre la fine dell’anno”. Per quanto riguarda l’inflazione sono rimaste invariate: per il 2023 si attesterà a una media annua al 2,5% ancora lontano dalla soglia del 2,0% fissata dalla Banca nazionale svizzera.
Il Pil per ora tiene
Qualche giorno fa la pubblicazione sugli ultimi dati sul Pil diffuso dall’Ufficio federale di statistica. Dopo un incremento dello 0,1% registrato nel 2° trimestre 2022, il Pil è salito ancora dello 0,2%, incentivato dall’economia interna. Il settore dei servizi ha mostrato una generale espansione, mentre il difficile contesto internazionale ha rallentato i settori industriali più sensibili all’andamento congiunturale.
Attese le decisioni della Bns
Intanto il 15 dicembre è attesa la conferenza stampa della Banca nazionale svizzera (Bns) che annuncerà l’esame trimestrale della situazione economica e monetaria. A novembre l’inflazione svizzera si è attestata stabile al 3,0% rispetto a ottobre e in calo dello 0,4% rispetto ad agosto. Staremo a vedere cosa deciderà la Bns, anche a fronte di quanto annuncerà nei prossimi giorni la Federal Reserve, sull’aumento dei tassi di interesse.
Qualche mese fa, Credit Suisse aveva previsto un aumento del tasso di policy di 0,25 punti percentuali a dicembre, allo 0,75%. Aveva poi già annunciato che l’inflazione sarebbe rimasta al di sopra del 2% e per questo la Bns metterà mano ancora una volta al tasso guida a marzo 2023, ancora di 25 punti base arrivando così alla soglia dell’1%. A partire dal secondo trimestre del 2023, l’inflazione dovrebbe ridurre la sua pressione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter