Mosca sblocca la via del grano e scende il prezzo a Chicago. Ora costa meno che prima della guerra

Chiara De Carli

08/08/2022

08/08/2022 - 12:56

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Con lo sblocco dei porti sul mar Nero e con la diminuzione dell’indice dei prezzi dei prodotti alimentari a luglio, la Fao sembra avere una visione più ottimistica sul futuro, scongiurando una possibile carestia.

Mosca sblocca la via del grano e scende il prezzo a Chicago. Ora costa meno che prima della guerra

Sono trascorse diverse ore da quando la quinta nave, con a bordo 11 mila tonnellate di soia, è partita da Odessa alla volta di Ravenna, in Italia. Lo sblocco dei porti del mar Nero sta portando con sé una ventata di ottimismo, a cominciare dal raffreddamento del prezzo del grano. Proprio in questi giorni, alla borsa di Chicago, i futures sul grano sono scambiati a valori nettamente inferiori rispetto al 24 febbraio scorso, giorno in cui la Russia invase l’Ucraina.
Lo scoppio della guerra aveva portato con sé la paralisi delle attività portuali e lo spettro di una carestia alimentare senza precedenti.

Prezzo del grano in calo

Prendendo in considerazione i contratti scambiati a Chicago, il 22 febbraio scorso, erano a quota 844,25 dollari la tonnellata, saliti poi a $926 e schizzati al loro picco massimo di $1’425,25. Si sono poi mantenuti sopra la soglia dei 1’000 dollari la tonnellata fino a metà giugno, quando Putin ed Erdogan si sono incontrati a Teheran, per accordarsi sulla nuova via del grano. Oggi a Chicago, i contratti sono scambiati a $768,75, ovvero 75,5 dollari la tonnellata in meno rispetto alla vigilia dell’inizio della guerra.

Fao più ottimista

Le buone notizie arrivano poi anche dalla Fao. Stando infatti al report diffuso, l’indice dei prezzi dei prodotti alimentari a luglio, dato dalla somma di indici legati a diverse materie prime, ha segnato un calo significativo dell’8,6%, raggiungendo un valore medio di 140,9 punti. Nonostante ciò, rimane comunque al di sopra della soglia registrato a luglio 2021, di 13,1 punti percentuali.

«Questa scia di contrazioni dei prezzi dei prodotti alimentari rispetto a valori estremamente alti - ha dichiarato Maximo Torero, Economista capo della Fao.- è un segno positivo, soprattutto se osservato dalla prospettiva dell’accesso al cibo; permangono, tuttavia, numerose incertezze, compresi gli elevati prezzi dei fertilizzanti, che possono compromettere il futuro panorama produttivo e la sussistenza degli agricoltori, nonché i movimenti di valute»

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