Alle ore 8.17 circa di oggi, la quotazione Brent viaggiava sui 102 dollari al barile con un aumento del 2,27% e i contratti sul WTI negoziavano a 87,98 dollari al barile, segnando un +1,60%.
In due giorni cede fino al 20%, poi oggi si riprende e torna a salire.
L’effetto "altalena" da cui sembra afflitto ormai da qualche settimana il prezzo del petrolio, fa ben capire come questa preziosa materia prima sia ben lontana dal trovare un po’ di equilibrio.
E viste le premesse economico-politiche di questi ultimi tempi, non si fa poi tanta fatica a capirne il motivo.
L’invasione alimenta scambi instabili
Alle ore 8.17 circa di oggi, la quotazione Brent viaggiava sui 102 dollari al barile con un aumento del 2,27% e i contratti sul WTI negoziavano a 87,98 dollari al barile, segnando un +1,60%.
Eppure soltanto ieri, il petrolio si era stabilizzato sotto i 100 dollari: non accadeva dalla fine di febbraio. E di oscillazioni ne abbiamo viste tante a partire dall’invasione russa, con i prezzi che hanno raggiunto i massimi da 14 anni il 7 marzo, ma da allora il Brent è sceso di quasi $ 40 al barile e il WTI di circa $ 34.
Petrolio a picco nella notte: prezzi giù del 20%
Le negoziazioni del petrolio di martedì 15 marzo sono state osservate con interesse dagli investitori. Il calo - di circa il 22% dall’8 marzo - è stato più repentino per il WTI dall’aprile 2020, quando i prezzi hanno impiegato solo un giorno per cadere in un mercato ribassista.
Per il Brent, ciò ha segnato la caduta più rapida in un mercato ribassista dal 1996, quando ci sono voluti cinque giorni di negoziazione per entrare in un mercato ribassista.
Le ragioni del crollo
Come riporta il giornale money.it, il principale fattore alla base della svendita del petrolio è la consapevolezza che l’Europa non può rinunciare nell’immediato all’approvvigionamento petrolifero russo. Non va trascurato il fatto che i prezzi hanno risentito anche dei timori di un rallentamento della domanda cinese, dato che il Paese più popoloso del mondo e il secondo consumatore di petrolio sta imponendo misure rigorose per contenere la diffusione della variante Omicron.
Ed ecco che oggi il petrolio torna a salire
Le flessioni degli ultimi giorni hanno avuto stamane un sussulto al rialzo. Oggi il prezzo del petrolio è tornato a salire. Verso le 14 il Brent viaggiava poco sopra la soglia dei 100 dollari al barile. Il WTI - che ha perso martedì oltre il 6% - è invece a 98,47 dollari (+2%).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter