L’attuale situazione geopolitica spinge gli investitori verso il dollaro americano.
Inflazione elevata, rialzo dei tassi di interesse e debolezza generalizzata dell’economia spingono gli investitori a scegliere il dollaro statunitense come bene rifugio. E se da un lato permette al biglietto verde di rafforzarsi sempre più, dall’altro le valute mondiali sono messe sotto pressione. Una fra tutte l’euro che questa mattina è sceso fino ad arrivare a quota $0,9554, livello più basso dal 2002. È poi tornato a salire, passando di mano e segnando alle 13,30 $0,9628.
Euro debole con il franco, vicino alla parità con il dollaro
In rapporto al franco, l’euro è scivolato fino a 0,9405 franchi, sancendo così un altro minimo storico. La moneta unica poi si è ripresa e alle 13.32 viene scambiata a 0,9556 franchi.
Il dollaro si rafforza, inoltre, sulla moneta nazionale e da mezzogiorno di lunedì supera gli 0,99 centesimi di franco.
Le elezioni italiane indeboliscono l’euro?
Rafforzamento del dollaro, ma non solo, alla base dell’indebolimento dell’euro. Alcuni esperti del mercato sostengono che risenta dell’influenza dello spostamento politico a destra del governo italiano, alimentando dunque le preoccupazioni dei mercati riguardo alla coesione nella zona euro e nell’Unione europea (Ue). Alcuni precisano, invece, che la reazione del tasso di cambio dell’euro è stata moderata; in fondo, il risultato elettorale era stato ampiamente previsto.
Sterlina sotto pressione
Non solo l’euro, ma anche la sterlina sta subendo in queste ore delle forti pressioni. Il tasso di cambio è sceso al minimo storico contro il biglietto verde a $1,0350. A sconvolgere i mercati, un taglio delle tasse pianificate dalla nuova prima ministra Liza Truss che, secondo il Times “sta rischiando tutto da sola per la crescita in Gran Bretagna”. Si tratterebbero infatti dei tagli fiscali più netti dal 1972 a oggi. Secondo gli esperti della Dekabank, la riforma potrebbe aumentare i debiti della Gran Bretagna fino a 400 miliardi di sterline nei prossimi cinque anni.
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