Il dollaro prende terreno e raggiunge i massimi ventennali sullo yen giapponese a 128,473. Anche sul franco registra un andamento al rialzo che passa di mano da 1,07 dollari dei giorni scorsi a quota 1,05 di oggi.
Giornata storica per la moneta statunitense che oggi non solo ha registrato un indice sopra quota 101 - per la prima volta da marzo 2020 - ma ha raggiunto anche il suo massimo ventennale sullo yen giapponese a 128,473. Nel corso della mattinata il dollaro ha inoltre testato il picco degli ultimi due anni sull’euro a 1,0757, sostenuto dall’alto rendimento del Treasury Usa a 10 anni a 2,876%
Cosa porta il dollaro verso nuovi massimi? Quali sono le aspettative?
L’indice del dollaro, che misura il biglietto verde contro sei peer, alle 13 toccava quota 100,933, dopo essere salito a 101,02 all’inizio degli scambi. Nel giro dell’ultimo mese ha guadagnato il 2,6%.
Il balzo più sorprendente è stato registrato nei confronti della valuta giapponese, salendo a 128,473 yen, il livello più alto da maggio 2002 negli scambi odierni, questo anche grazie al rendimento del Treasury statunitense a 10 anni di riferimento che oggi - martedì 19 aprile - è stato di 2,8376, appena fuori dal suo massimo triennale del 2,884% raggiunto lunedì.
Banche centrali
I mercati seguono le diverse reazioni avute nei giorni scorsi dalle banche centrali - Bce e Fed - e risentono dell’elevata inflazione che si riscontra sia nell’Eurozona che negli Usa. Giovedì scorso la Bce aveva annunciato di voler prendere tempo rispetto all’aumento dei tassi d’interesse, mentre la Fed, qualche giorno prima, aveva reso noto l’aumento esponenziale dei listini.
Anche la Banca centrale giapponese, così come quella svizzera, ha preferito la via di una politica monetaria accomodante mantenendo il rendimento dei titoli di stato a 10 anni intorno allo 0% e non superiore allo 0,25%.
Svizzera
Il franco dopo una settimana in cui si è attestato a quota 1,07 dollari è passato di mano nella giornata di oggi arrivando a 1,05. In risalita alle 14.45 a quota 1,0587 dollari, un’ora dopo alle 15.45 segnava già una flessione dello 0,19% a 1,0561 dollari.
Eurozona
In Eurozona, l’euro viaggia su 1,0808 dollari, in aumento dal minimo biennale avuto la scorsa settimana di 1,0756 dollari. Mentre la sterlina è a 1,3009 dollari, sulla scia del suo minimo registrato la settimana scorsa per la prima volta dopo 18 mesi contro il dollaro di a 1,2973 dollari.
Previsioni dagli analisti
Sul medio periodo si ipotizza una discesa dell’euro a 1,0600 dollari e solo con il superamento di 1,0920-40 mostrerebbe una reale inversione. Sul dollaro/yen si ipotizza possano essere superati sopra il 130 nel giro di qualche settimana. Per quanto riguarda la sterlina, il punto di svolta arriverebbe a quota 1,2950-60. La risoluzione della guerra in Ucraina, invece, farebbe invertire la rotta al dollaro che potrebbe perdere terreno repentinamente.
Cosa aspettarsi?
Il dollaro in questi giorni si è rafforzato in tutto il mondo a causa delle tensioni geopolitiche e delle prospettive economiche deboli, favorendolo come bene rifugio. L’aumento dei tassi d’interesse da parte della Fed ha incrementato ulteriormente il suo potere.
Carol Kong, FX strategist presso Commonwealth Bank of Australia ha commentato:
“L’andamento generale del dollaro riflette la sovraperformance economica degli Stati Uniti, mentre abbiamo visto alcuni impatti iniziali dell’aumento dei prezzi dell’energia dalla guerra in Ucraina altrove, specialmente nella zona euro”
.
E ha poi aggiunto:
“Se otteniamo numeri Pmi deboli nella zona euro o altrove, i mercati potrebbero potenzialmente abbassare le loro aspettative per l’economia globale, ma non credo che il Pmi statunitense sarà particolarmente debole, quindi vedremo un certo contrasto lì, che probabilmente sosterrà il dollaro”.
Argomenti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter