La guardia di finanza di Como ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare per evasione fiscale, bancarotta fraudolenta e frode fiscale.
Indagine sfociata in arresto per Giovanni Maspero, titolare del ristorante “I Tigli in Theoria”, rinomato locale nel centro della cittadina italiana, premiato anche quest’anno con una stella dalla guida Michelin. L’imprenditore mercoledì mattina è finito agli arresti domiciliari per evasione fiscale da 107 milioni di euro, bancarotta fraudolenta per detrazione e frode fiscale. A darne la notizia il quotidiano italiano Corriere della Sera in cui viene spiegato che a eseguire l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Maspero sia stata la guardia di finanza di Como.
Debiti accumulati negli anni
Oltre all’ordinanza restrittiva, il gip di Como ha disposto preventivamente il sequestro di quasi 18 milioni di euro, nonché delle quote di una srl in liquidazione intestata all’indagato. All’imprenditore viene contestata la distrazione di 17,6 milioni di euro da una sua società, a favore di altre società e conti correnti riconducibili a lui, e un autoriciclaggio di 3,3 milioni di euro.
Secondo l’accusa, i debiti con il fisco ammontano a 107 milioni di euro e sarebbero stati accumulati nel corso di vent’anni. La guardia di finanza infatti avrebbe accertato “un sistematico inadempimento, già a partire dal 2012, delle obbligazioni tributarie e previdenziali”. Sul Corriere della Sera si legge anche che dall’indagine emergono coinvolte più società, tutte riconducibili all’imprenditore. Stando all’accusa, Maspero non pagava le tasse per chiedere poi la rateizzazione del debito. Dopodiché saldava le prime rate con le successive evasioni, ma facendo aumentare il suo debito con il Fisco.
Tasse non pagate
Per la guardia di finanza, almeno 17,6 milioni di euro sarebbero stati girati “in favore proprio o di altre società riconducibili all’indagato, con la susseguente sistematica falsificazione dei bilanci d’esercizio attribuendo mendacemente alle somme distratte la natura di inesistenti crediti finanziari”. Oltre 13 i milioni intascati direttamente dal ristoratore “attraverso una seria di bonifici privi di titoli giustificativi disposti in favore dell’indagato”. Le somme rimanenti sarebbero state girate con bonifici a dieci società riconducibili all’indagato.
Richiesta di fallimento
L’indagine delle fiamme gialle di Como è partita dopo che la Procura aveva chiesto il fallimento delle società dell’imprenditore, alcune in concordato preventivo a causa un’esposizione di oltre 20 milioni nei confronti dell’erario.
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