Sfondata quota 100 sul dollaro: la decisione di aumentare i tassi di interesse, presa d’emergenza a Ferragosto, non basterà a fermare il declino. Ecco perché il Cremlino e 13 banche hanno avviato una fase sperimentale per l’introduzione di una criptovaluta di Stato.
Per qualcuno, è il «chiaro segnale» che la fine è vicina. Scrive per esempio in queste ore sul suo profilo X Holger Zschaepitz, autorevole giornalista economico e redattore senior del quotidiano Die Welt, che non andrebbe in questo modo drammatico se la Russia non stesse, volente o nolente, perdendo la guerra. «The clearest signal that Russia is losing this war? #Russia Ruble weakened beyond 100 per Dollar for 1st time in 17mth»: il segno più evidente che la Russia sta perdendo questa guerra? Il rublo si è indebolito oltre i 100 dollari per la prima volta in diciassette mesi, scivolando in un modo che minaccia di alimentare l’inflazione in un’economia già messa in ginocchio dalle sanzioni occidentali.
Prezzi instabili e insulti a Putin
Opinioni, difficili da non condividere se non negando la realtà. E la decisione della Banca Centrale di aumentare il tasso di interesse di riferimento al 12% dall’8,5% precedente, nella riunione di emergenza convocata a Ferragosto per discutere su come far fronte alla drammatica svalutazione del rublo, rischia di essere poco più di un palliativo. «Questa decisione è stata presa per limitare i rischi per la stabilità dei prezzi», hanno dichiatato i banchieri, mentre a Surgut, centro petrolifero della Siberia, l’insoddisfazione si trasformava in protesta e qualche hacker, sui display riservati alle notizie, si lasciava andare a insulti pesanti a Vladimir Putin, «ladro».
Esportazioni di energia ai minimi storici
Perché Surgut? Non è un caso, visto che all’origine della crisi ci sono le esportazioni di energia, mai così al ribasso: merito o colpa di un Europa che ha provato a svincolarsi dal petrolio e dal gas russi, rivolgendosi a Stati Uniti, Canada e Norvegia. Ecco che i guadagni generati dalla vendita a prezzi alle stelle, lo scorso anno, si sono progressivamente assottigliati, fino a toccare i minimi storici nelle scorse settimane: e di questo l’economia ha risentito sia con la svalutazione del rublo, che quest’anno ha perso quasi il 40% del suo valore rispetto al dollaro, sia con una qualità e un tenore di vita sempre più precario e destinato, secondo la gente, a peggiorare ancora.
leggi anche
Il rublo è ritornato forte, ma la Russia non ce la fa più: «Le nostre riserve sono finite»
La blockchain contro le sanzioni
Ecco la ragione per cui, adesso, l’unica soluzione possibile sembra il rublo digitale. Perché la crisi che sta affrontando la moneta russa, dopo mesi di tenuta che hanno sorpreso perfino gli analisti, non è di quelle estemporanee, legate a una bolla che scoppia. È strutturale e richiede ripensamenti importanti e tempo per realizzarli. Non resta così che agire in fretta per provare almeno ad aggirare le sanzioni, che incidono in maniera non secondaria sul rublo: tredici banche hanno per questo avviato una fase di prova di un versione digitale della loro valuta, basata sulla tecnologia blockchain. Se il progetto dovesse rivelarsi felice, entrerà in vigore per tutti nel 2025-2027.
Undici città, 30 punti vendita
«Vtb è stata la prima banca a condurre con successo transazioni con rubli digitali nella sua applicazione mobile», ha annunciato l’istituto, il secondo più grande in Russia. Trenta punti vendita in undici città accetteranno il rublo digitale per i pagamenti. «Le operazioni saranno gratuite per i cittadini e con una commissione minima per le imprese», ha precisato la Banca centrale russa. A differenza delle criptovalute, decentralizzate, il rublo digitale verrà emesso direttamente dalla Bcr e conservato in portafogli elettronici. Farà parte della Central bank digital currency e di un sistema supervisionato dai servizi di sicurezza dell’Fsb.
Ventunesimo Paese al mondo
Le perplessità, però, non mancano, soprattutto da parte di chi la considera più una mossa politica che economica, ideata per controllare i cittadini. Fatto sta che, oggi, la Russia è il ventunesimo Paese al mondo a tentare la via di una propria moneta digitale. Solo altri undici, al momento, hanno già introdotto una Cbdc.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter