Mentre Nord Stream chiude i rubinetti, la Russia brucia il gas

Chiara De Carli

26 Agosto 2022 - 12:24

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Secondo gli esperti, ogni giorno verrebbero mandati in fumo 4,34 milioni di metri cubi di gnl.

Mentre Nord Stream chiude i rubinetti, la Russia brucia il gas

Mentre il gas costa sempre di più e Nord Stream 1 chiude i rubinetti del gas verso l’Europa, la Russia brucia grandi quantità di metano al suo impianto di Portovaya, vicino al confine con la Finlandia. È quanto è emerso dall’analisi condotta dalla società norvegese Rystad Energy condivisa poi dalla Bbc.
L’emittente britannica, in mattinata, ha diffuso le immagini delle fiamme divampante all’interno nell’impianti. Tra queste, una a colori satellitare che mostra la radiazione rossa provocata dalla combustione di gas. La Rystad Energy sostiene che vengano bruciati ogni giorno circa 4,34 milioni di metri cubi di gas naturale liquefatto (gnl) per un valore di 10 milioni di dollari.

Pratica comune

Bruciare gas in eccesso è una pratica comune negli impianti di lavorazione, per motivi tecnici o di sicurezza. Tuttavia, gli esperti dicono che a questo giro si tratterebbe di motivi operativi. Infatti, a causa di attrezzature mancanti, la Russia non sarebbe in grado di gestire tali quantità di gas. Una pratica che purtroppo va ancora una volta a incidere sull’ambiente.

Segnalazioni già all’inizio dell’estate

Le prime segnalazioni all’inizio dell’estate, quando i cittadini finlandesi si erano accorti di una grande fiammata all’orizzonte. Proveniva infatti dall’impianto a nord-ovest di San Pietroburgo, a Portovaya, che si trova nelle vicinanze di una stazione di compressione all’inizio del Nord Stream 1, gasdotto che trasporta il gas dal Mar Baltico verso la Germania.
Oramai da mesi, Gazprom, la società che gestisce il gasdotto, continua ripetutamente ad aprire e chiudere i rubinetti per problemi tecnici. Per la Germania, e non solo, si tratta di una mossa politica messa in atto dal Cremlino.

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