La Confederazione ha deciso di adottare la restante parte dell’undicesimo pacchetto, approvato dall’Unione europea alla fine di giugno e già accolto parzialmente.
Un caso senza dubbio, benché la tempistica sia tale da far pensare a una risposta alle misure adottate contro le banche svizzere. O a un tentativo di affossare definitivamente il rublo, svalutato anche a causa delle sanzioni. Fatto sta che il Consiglio federale ha deciso oggi di adottare la seconda parte dell’ennesimo pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia, in vigore a partire dalle ore 18.
Contro il rafforzamento militare e tecnologico
Già lo scorso 28 giugno, attingendo all’undicesimo pacchetto all’epoca definito dall’Unione europea, oltre un centinaio di nuove persone e organizzazioni era stato aggiunto all’elenco delle entità sanzionate. Oggi la decisione di adottare le restanti misure, fra cui il divieto di esportazione, per altre 87 aziende fra cui imprese di Paesi terzi, di beni a duplice impiego, cioè utilizzati a fini civili e militari, e beni destinati al rafforzamento militare e tecnologico della Russia.
Tutelare i segreti commerciali
Con la decisione odierna viene inoltre esteso l’elenco delle merci soggette al divieto di esportazione. Per diversi beni è vietata la vendita di diritti di proprietà intellettuale o di segreti commerciali alla Russia. In questo modo si intende evitare la fabbricazione in loco dei prodotti che non possono essere importati nel Paese. Il divieto di transito attraverso la Russia è stato esteso anche ad altre merci, come i carboturbi e gli additivi per carburanti, nonché i beni idonei a essere utilizzati nell’aviazione o nell’industria spaziale.
Niente valute straniere ai cittadini russi
Nel settore finanziario è stato allargato il divieto già esistente di vendere valori mobiliari denominati in franchi svizzeri o nella valuta ufficiale di uno Stato membro dell’Ue a organizzazioni o cittadini russi. La vendita di valori mobiliari a cittadini e organizzazioni russe è ora vietata, indipendentemente dalla valuta.
Deroghe per gli aiuti umanitari
Il Consiglio federale ha però anche accolto le possibilità previste dall’Ue di concedere deroghe in campo umanitario o per il ritiro di investimenti svizzeri dalla Russia. Nell’ambito dell’11° pacchetto di sanzioni, è stata inoltre creata la base giuridica per uno strumento volto a prevenire l’aggiramento delle sanzioni, su cui la Svizzera porrà un occhio di riguardo.
Aggirare le sanzioni: come prevenirlo
Tale strumento prevede la possibilità di vietare l’esportazione verso Paesi terzi di beni utilizzabili a fini civili e militari, i cosiddetti cioè beni a duplice impiego, e di beni per il rafforzamento militare e tecnologico della Russia. L’Ue prevede di utilizzarlo esclusivamente come ultima risorsa. Deciso a lottare contro l’aggiramento delle sanzioni, il Consiglio federale si è riservato di esaminare l’efficacia dello strumento nel caso in cui venga effettivamente utilizzato dall’Unione.
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