La necropoli di Giubiasco rivela nuovi reperti dell’Età del Ferro. Foto

Matteo Casari

29 Novembre 2022 - 14:12

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Scoperte due tombe e vari oggetti in un tumulo nel Canton Ticino. Ecco le foto della sensazionale scoperta.

La necropoli di Giubiasco rivela nuovi reperti dell'Età del Ferro. Foto

Vi siete mai chiesti da chi fosse abitata la nostra regione nel periodo preistorico?
Qualche risposta ce la forniscono i reperti emersi nella campagna di scavo in corso a Giubiasco, che hanno portato alla luce testimonianze risalenti all’Età del Ferro, in un lasso di tempo compreso tra il VI e V secolo avanti Cristo.

Lo scavo

Lo scavo di Giubiasco interessa una vasta area oggi occupata da un vigneto. Si tratta di una campagna di scavo che prese il via già all’inizio del Novecento. Qui a più riprese sono emersi i resti di una necropoli divenuta famosa per la sua estensione. Lo scavo ha permesso di riportare alla luce molte sepolture riconducibili alla prima parte dell’Età del Ferro e cioè tra il sesto e quinto secolo avanti Cristo.
Lunedì le autorità del Dipartimento del territorio hanno presentato parte del lavoro svolto, illustrando la straordinarietà dei reperti emersi.

Le due sepolture del tumulo centrale

Giubiasco

Alla giornata ha preso parte il capo Ufficio dei beni culturali, Endrio Ruggiero. Con lui, era presente anche il direttore del Dipartimento, Claudio Zali, che ha posto l’accento sull’importanza dell’archeologia cantonale e sul ruolo dello Stato nei confronti di un patrimonio che appartiene alla collettività.

La tomba femminile a inumazione

I ritrovamenti

Rossana Cardani Vergani – responsabile dei Servizio archeologico cantonale – ha spiegato il contesto generale dei ritrovamenti a Giubiasco. La parola è in seguito passata a Luisa Mosetti, responsabile degli scavi archeologici per l’Ufficio dei beni culturali, che ha illustrato quanto emerso nelle due tombe, inserite nel tumulo centrale, e visibili nel corso della giornata: una sepoltura femminile a inumazione con corredo in bronzo composto da orecchini a matassina e una serie di fibule a sanguisuga, che chiudevano il sudario della defunta. Una cremazione maschile, dove – a lato dell’urna cineraria – si conservavano un bicchiere, due fibule certosa e un pugnale, chiaro indizio dell’alto rango del defunto.
Le domande dei presenti hanno riguardato il futuro di questo scavo e le tappe che lo accompagneranno: microscavo dei reperti mobili in laboratorio, analisi dei contenuti (organici e non), interventi di conservazione e restauro, studio e valorizzazione.

La tomba maschile a cremazione

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