Nulla di buono per il 2024 che ci attende: la crescita sarà molto al di sotto della media

Sara Bracchetti

20/09/2023

20/09/2023 - 10:23

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Le previsioni della Segreteria di Stato si sono nettamente abbassate nell’arco di appena tre mesi. Solo il Pil ha perso 0,3 punti percentuali.

Nulla di buono per il 2024 che ci attende: la crescita sarà molto al di sotto della media

Una crescita nettamente al di sotto della media: si può solo incrociare le dita e sperare che le previsioni siano scorrette. I dati, però, sembrano dire che non c’è di che essere ottimisti, per il prosieguo e il 2024: benché la Confederazione abbia rivisto al rialzo le previsioni del Pil per questo 2023, ipotizzando un 1,3% invece dell’1,1 % di giugno, il prossimo anno si scivolerà verso il basso. La crescita si attesterà intorno a un misero 1,2%, invece dell’1,5% indicato a metà anno. Molto al di sotto, cioè, delle aspettative e dei livelli su cui l’economia svizzera si era assestata.

L’industria non investe

Lo slancio dei primi mesi dell’anno è infatti svanito e già nel secondo trimestre si è registrata una fase di stagnazione. Mentre i consumi privati hanno continuato ad aumentare, in linea con il settore dei servizi che si è espanso in maniera abbondante, gli investimenti e il valore aggiunto nel settore industriale sono invece calati e gli indicatori attuali non lasciano presagire una rapida inversione di tendenza.

Un declino in linea con l’Europa

Non che alla Zona Euro vada meglio. Se gli Stati Uniti si espandono, l’Europa declina e con ogni probabilità i prossimi trimestri saranno più fiacchi di quanto ipotizzato. Nel complesso, l’economia mondiale potrebbe riprendersi un po’ più lentamente rispetto a quanto pronosticato e parte delle ragioni sta nell’effetto frenante della politica monetaria. A livello internazionale, l’inflazione ha di nuovo avuto un andamento sfavorevole.

Si consuma di più, si esporta di meno

Un contributo positivo è atteso però dai consumi dei privati cittadini, complice una situazione del mercato del lavoro discreta e un atteso ulteriore incremento dell’occupazione. Un’inflazione 2023 lievemente inferiore, 2,2% invece del 2,3% di giugno, dovrebbe venire in soccorso. La domanda globale più scarsa e il recente apprezzamento del franco svizzero rallenteranno invece le esportazioni di merci, mentre il ridotto sfruttamento della capacità produttiva e il rialzo dei tassi di interesse freneranno l’attività di investimento.

I chiaroscuri del mercato del lavoro

Il quadro dovrebbe modificarsi in meglio nel corso del 2024, quando si attende una certa ripresa della domanda globale e quindi delle esportazioni. Di contro, dovrebbe però perdere peso la domanda dei consumatori, sia perché il rallentamento congiunturale in corso comincerà a farsi sentire anche sul mercato del lavoro, con un tasso di disoccupazione in crescita da 2% a 2,3%, sia perché l’inflazione potrebbe arrivare, si stima, all’1,9%.

L’incognita dell’energia

Per il 2024, gli esperti della Segreteria di Stato dell’Economia prevedono dunque un aumento del Pil pari all’1,2% al netto degli eventi sportivi, che è un motivo di amarezza se si pensa che, soltanto tre mesi fa, le previsioni parlavano di 1,5%. Per due anni quindi l’economia svizzera crescerebbe con un ritmo di gran lunga al di sotto della media, ma senza cadere in una grave recessione. A meno che l’inverno non sveli una penuria energetica e comporti diffuse interruzioni della produzione. Il rischio rimane e, se accadesse, in Svizzera si aprirebbe una recessione accompagnata da una forte pressione sui prezzi.

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