Nonostante il difficile contesto economico, l’economia svizzera potrà contare sulla solida domanda interna.
Il rating della Svizzera rimane stabile. A darne notizia, l’agenzia Standard&Poor’s (S&P) che nel fine settimana ha confermato l’efficienza creditizia a lungo e breve termine a “AAA/A-1+", con un outlook stabile. Dal rapporto diffuso dall’agenzia si evince che è probabile che l’economia elvetica rimanga resiliente e continui a crescere leggermente, nonostante un contesto macroeconomico ancora fragile.
Economia solida
S&P si aspetta, inoltre, che il governo federale riesca a mantenere un solido bilancio fiscale ed estero. Per S&P, la Svizzera ha tutte le carte in tavola per poter «resistere a potenziali shock esterni e interni grazie ai suoi forti cuscinetti fiscali ed esterni, all’economia resiliente e diversificata, alla politica monetaria flessibile e alle politiche efficaci».
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Inevitabile calo dell’export
Gli effetti indiretti della guerra Ucraina, hanno mostrato la solidità dell’economia elvetica, descritta dall’agenzia di rating come aperta e competitiva. Caratteristiche tali da consentire alla Confederazione di sopravvivere anche di fronte a una fase di debole domanda da parte dei partner commerciali. Per quanto riguarda la fusione tra Ubs e Credit Suisse, non prevede conseguenze sul piano fiscale ed economico della nazione.
Nonostante tutto l’economia continua a crescere
Stando alle previsioni di crescita, S&P vede un aumento dello 0,8% per il 2023. Sarà soprattutto la domanda interna a trascinare l’economia, mentre mentre sul fronte dell’export è previsto un calo, in particolare dalla zona euro.
Tuttavia, nel caso i cui le condizioni deteriorassero o se gli shock esterni dovessero peggiorare, anche il rating della Svizzera potrebbe essere declassato. Anche qualora sul fronte del settore finanziario si dovessero verificare delle possibilità potenziali. Scenari considerati da S&P «attualmente improbabili».
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