L’Esecutivo: «Senza i crediti, l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS e quindi la stabilizzazione del sistema finanziario non sarebbero state possibili.
Nella seduta odierna, il Consiglio federale ha discusso in merito la decisone avvenuta nel corso della sessione straordinaria tenutasi l’11 e il 12 aprile 2023, quando il Consiglio nazionale ha respinto per ben due volte lo stanziamento di crediti d’impegno urgenti per le garanzie a favore della Banca nazionale svizzera (BNS) e di UBS. Una bocciatura simbolica, dato che il Parlamento ha riconosciuto la premessa secondo cui un rifiuto non ha alcun effetto giuridico sugli impegni urgenti che la Confederazione ha assunto nei confronti della BNS e di UBS. Il Consiglio federale condivide questa interpretazione giuridica. Senza tali impegni l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS e quindi la stabilizzazione del sistema finanziario non sarebbero state possibili.
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Limitare danni allo Stato
L’Esecutivo scrive anche che è essenziale nel suo operato mantenere come priorità la riduzione al minimo dei danni e dei rischi per lo Stato, i contribuenti e l’economia nazionale. Nel quadro delle sue future azioni e decisioni terrà conto della posizione espressa dal Parlamento. Ciò vale sia per le trattative con UBS sul contratto di garanzia – purché non venga messa a rischio l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS e, di conseguenza, la raggiunta stabilizzazione – sia per i lavori nel quadro dell’esame dettagliato degli eventi e dell’adempimento dei postulati trasmessi dal Parlamento, che sollevano anche questioni riguardanti il diritto di necessità. Il Consiglio federale valuterà, inoltre, se la situazione giuridica vigente permette di coinvolgere adeguatamente il Parlamento nell’ambito di decisioni urgenti in ambito finanziario. Oppure se sono necessari e possibili adeguamenti che non limitino le competenze costituzionali della Confederazione e, pertanto, la capacità di agire dello Stato in situazioni di crisi.
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