Dopo un anno difficile, la piazza bancaria ticinese prevede un aumento nel giro d’affari nei prossimi mesi, anche se i dati sull’occupazione non sono rassicuranti.
Il settore bancario ticinese comincia il 2023 ritrovando delle prospettive ottimistiche. Dopo un 2022 complicato, a causa delle tensioni geopolitiche, l’inflazione e il rischio di recessione, per quest’anno si prospetta una crescita della domanda dei servizi bancari. Meno incoraggianti le previsioni sul fronte occupazionale, dato che rimane probabile un calo degli impieghi nel settore. È quanto si evince dal notiziario statistico Ustat: Indagine congiunturale banche (Ticino, gennaio 2023).
Un 2022 incerto per il settore bancario
In generale il 2022 è stato un anno caratterizzato da alti e bassi. A Zurigo le sensazioni sono rimaste sempre relativamente ottimiste, mentre in Ticino e a Ginevra le percezioni sono state più altalenanti. Con l’inizio del nuovo anno si osserva un cauto ottimismo.
A livello cantonale una buona percentuale di istituti prospetta una crescita della domanda dei servizi bancari nei prossimi tre mesi, sia da parte della clientela nazionale (imprese e privati) sia da parte di quella estera.
Meno positivo risulta invece l’aspetto occupazionale: molti istituti lamentano un calo dell’occupazione relativamente al trimestre precedente e prevedono ancora un calo nel trimestre successivo.
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Situazione degli affari in miglioramento in Ticino
Secondo i dati di gennaio del KOF, relativamente alla situazione degli affari nelle banche, aumentano gli istituti con una valutazione positiva rispetto al trimestre precedente. In Ticino e a Zurigo i positivi sono oltre la metà e superano ampiamente i negativi. Mentre, a Ginevra la percentuale di positivi risulta più contenuta ed è bilanciata dagli istituti più negativi.
Anche in prospettiva, si legge un certo miglioramento. Per i prossimi sei mesi, più della metà degli istituti ticinesi crede che la situazione migliorerà. A Ginevra diminuiscono i pessimisti che ora si equivalgono agli ottimisti, mentre a Zurigo la situazione sembra più stabile con gli ottimisti che risultano ancora in maggioranza.
In aumento la clientela nazionale, ma l’occupazione è in crisi
Nel quarto trimestre dell’anno precedente la domanda dei servizi bancari relativa alla clientela nazionale in Ticino risulta positiva: migliora la domanda da parte delle imprese nazionali e si conferma la crescita della domanda dei clienti nazionali privati. Per quanto concerne la domanda di servizi bancari da parte della clientela estera la totalità degli istituti non segnala cambiamenti.
Risultano più eterogenee le percezioni in termini di volumi dei servizi finanziari. Relativamente ai titoli per la clientela il saldo migliora rispetto al trimestre precedente anche se rimane ancora negativo. Migliora anche l’indicatore relativo ai capitali gestiti che torna in zona positiva. Infine, sui volumi dei crediti accordati il saldo resta positivo nonostante sia ridimensionato a causa dell’aumento di istituti che ne lamentano un calo.
Notizie relativamente negative si hanno dal fronte dell’occupazione, con oltre il 60% degli istituti che dichiarano un calo dell’occupazione negli ultimi tre mesi.
Le prospettive diventano più ottimiste
In merito alla domanda dei servizi bancari le prospettive dei prossimi tre mesi appaiono ottimiste, sia per la parte di clientela nazionale (privati e imprese) sia per quella estera. In particolare, quest’ultima registra un nuovo aumento con un saldo positivo come non si vedeva da due anni.
Dal lato occupazionale, le prospettive future mostrano un certo pessimismo: quasi la metà degli istituti bancari prevede infatti un ridimensionamento in negativo.
Un 2023 potenzialmente difficile per il settore finanziario
«Chiuso il 2022 con un conflitto bellico ancora irrisolto e con un andamento borsistico tra i peggiori della storia, la situazione energetica tesa e l’aumento dei prezzi pesano sulle previsioni economiche per il 2023. La Segreteria di Stato dell’economia prevede un tasso di crescita dell’economia svizzera dello 0,7%. Grazie alla solidità dei consumi interni, tuttavia, lo scenario di una recessione rimane basso» ha commentato Franco Citterio, direttore dell’Associazione Bancaria Ticinese (ABT).
«Per quanto riguarda l’inflazione, la Banca nazionale svizzera prevede un tasso del 2,4% nel 2023, rispetto al 2,9% del 2022. In un panorama economico e geopolitico sfavorevole e in rapida evoluzione, il settore finanziario si sta preparando per un 2023 potenzialmente difficile. In Ticino la situazione rimane tutto sommato stabile, in quanto la maggior parte degli istituti prevede una tenuta della clientela e dei volumi d’affari» conclude l’esperto.
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