Sono state almeno 40,5 milioni le persone che si sono spostate a causa di conflitti o disastri naturali, il livello più alto negli ultimi dieci anni.
Nel 2020 oltre 55 milioni di persone hanno abbandonato il luogo di origine spostandosi in un’altra città o regione all’interno del proprio Paese. Un vero e proprio record di sfollati.
Sono state 40,5 milioni di persone nel mondo a spostarsi a causa di conflitti o disastri naturali, il livello più alto negli ultimi dieci anni. È quanto emerge dal rapporto delle organizzazioni non governative Internal Displacement Monitoring Centre e Norwegian Refugee Council’s.
La causa principale è il cambiamento climatico
Le indagini svolte hanno messo in luce, come la maggior parte degli spostamenti si sono avuti a causa dei disastri naturali prodotti dal cambiamento climatico.
Il 2020 è stato uno degli anni più caldi: a giugno nel circolo polare articolo è stata registrata la temperatura record di 38°C. Secondo il rapporto sullo stato del clima globale, dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), la temperatura media globale nel 2020 era di circa 1,2 gradi Celsius, cifra molto vicina al limite di 1,5 gradi Celsius che secondo gli scienziati potrebbe avere un impatto peggiore nei confronti del cambiamento climatico.
Alexandra Bilak, direttrice dell’Internal Displacement Monitoring Centre, ha spiegato come le cifre elevate potrebbero in verità essere ancora più alte, dal momento che la pandemia da Covid-19 e le relative restrizioni non hanno permesso una raccolta dei dati ufficiale che possa essere più conforme alla realtà.
23 milioni di sfollati sono minori di 18 anni
23 milioni di sfollati anno un’età inferiore ai 18 anni, una cifra veramente impressionante soprattutto in relazione all’istruzione e alle condizioni di vita in generale che questi spostamenti possono avere sui giovani ragazzi.
L’impatto economico di questo fenomeno, è stato calcolato dall’Internal Displacement Monitoring Centre. Il costo globale stimato ammonta a 20,5 miliardi di dollari nel 2020, un costo che deriva dalla somma tra spesa pubblica in servizi e risarcimenti con la perdita di reddito delle persone coinvolte nello spostamento.
Gli stati che hanno subito maggiormente questo fenomeno al loro interno sono stati: l’Afghanistan, 1.1 milioni di persone, l’India, 929 mila persone e il Pakistan, 806 mila.
Anche le banche sono spaventate dal costo globale
Le maggiori banche centrali occidentali credono che il cambiamento climatico rappresenti uno dei maggiori rischi finanziari del futuro prossimo, per questo hanno dichiarato di voler inserire il tema della sostenibilità all’interno dei propri obiettivi. Tra queste troviamo la Banca Centrale Europea, la Bank of England e la Federal Reserve.
Secondo queste istituzioni le conseguenze possibili dell’aumento delle temperature potrebbero avere delle ripercussioni a livello mondiale in grado di stimolare diversi paramenti economici, come ad esempio l’inflazione.
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