Nonostante il Covid, il 2021 è stato un "anno record" secondo il Global Wealth Report di Credit Suisse, grazie a Usa e Cina. Nella Confederazione elvetica il patrimonio pro capite più elevato.
Direste mai che il 2021 è stato un anno indimenticabile, non in male ma in bene? Nonostante il Covid, le frontiere chiuse, le difficoltà globali che, dall’ambito sanitario, si sono allargate prestissimo all’economia, senza eccezione? Eppure, credete agli analisti, è andata proprio così. Prestate fede al Global Wealth Report di Credit Suisse: la tredicesima edizione dello studio, rilasciata oggi a oltre un anno dalla precedente, racconta di una crescita record della ricchezza mondiale, ovunque. Nord America e Cina in testa, Canada, India e Australia e seguire, e per quel che viene dopo non si segnalano particolari sorprese. La Svizzera, per esempio, si è confermata come il Paese con il patrimonio pro capite più elevato, 672mila franchi in media. Anche questa non è una gran notizia, in fondo.
Inflazione e guerra: il 2022 ha deluso
Lo è, semmai, la cattiva previsione che ne segue. Il 2022, vuoi per gli strascichi del passato, vuoi per un presente e un futuro che parlano di contrapposizioni, conflitti armati, crisi energetiche e tante altre belle o brutte parole già sentite, è stato e continuerà a essere un anno negativo, rallentato da problematiche che si riflettono inevitabilmente sui mercati. E così è probabile continuerà a essere nei prossimi mesi, alla luce degli avvenimenti storici che si accumulano in senso sfavorevole.
Un brutto anno in arrivo
Il report, in questo senso, è severo e soprattutto a termine piuttosto lungo. «Molto probabilmente l’inflazione a livello mondiale e la guerra Russia-Ucraina ostacoleranno la creazione di ricchezza reale nel corso dei prossimi anni», lasciano intendere gli economisti di Credit Suisse, entrando nel dettaglio di scenari dove «è probabile che nel 2022/2023 si verifichi un’inversione di tendenza dei guadagni eccezionali di ricchezza ottenuti nel 2021, dal momento che diversi Paesi affrontano una crescita più lenta o addirittura una recessione», osserva Nannette Hechler-Fayd’herbe, Chief Investment Officer della regione EMEA e Global Head of Economics & Research.
Nel 2024 100mila dollari a testa
Eppure, basta guardare un po’ oltre per tornare a riconciliarsi con la realtà. Neanche tanto: cinque anni. «Secondo le nostre previsioni quinquennali la ricchezza continuerà a crescere», precisa Hechler-Fayd’herbe, spiegando che «un’inflazione più elevata genera valori di previsione più alti per la ricchezza globale se espressi in dollari Usa correnti piuttosto che in dollari Usa reali. La nostra previsione è che, entro il 2024, la ricchezza globale per adulto dovrebbe superare la soglia di 100mila dollari e che il numero di milionari superi quota 87 milioni di individui nei prossimi cinque anni», con un incremento del 28% della ricchezza globale per adulto entro il 2026.
Tornano ad aumentare le disparità
Per il momento, però, c’è da fare i conti con numeri differenti. E con un quadro dove le disparità, che negli ultimi anni avevano teso all’assottigliamento, sono tornate invece ad accentuarsi. «L’analisi della ricchezza media mostra che la disuguaglianza è diminuita nel corso di questo secolo, grazie all’accelerazione della crescita nei mercati emergenti», riflette infatti Anthony Shorrocks, co-autore del rapporto. Ma qualcosa, proprio negli ultimi mesi, è cambiato. L’1% di popolazione più ricca del mondo ha infatti incrementato la propria già notevole ricchezza, arrivando a toccare nel 2021 il 45,6%: quasi due punti percentuali in più rispetto al 43,9% del 2019. Merito di 5,2 milioni di nuovi milionari che sono andati ad allargare il gruppo, costituito a fine 2021 da 62,5 milioni di membri: un 9% in più di super ricchi che ha parecchio in più da raccontare, se confrontato con l’aumento dell’8,4% della ricchezza per adulto e del 9,5% della ricchezza media.
Oltre il 20% in più di ultra ricchi
Il numero di individui cosiddetti “Ultra High” (UNHW) è cioè aumentato più rapidamente: l’incremento nel 2021 è stato pari al 21%, localizzato in maniera più o meno coerente con la distribuzione della ricchezza di cui sopra. La quota maggiore di nuovi aggregati è arrivata infatti dagli Stati Uniti, 30.470 persone, seguiti dalla Cina con 5.200 che, pur notevole nel dato, sfigura al cospetto del Nord America. Ottime anche le cifre della Germania, che non risulta nel novero dei primi cinque Paesi più ricchi ma incamera 1.750 nuovi milionari. In Canada eccone 1.610; Australia 1.350.
Più ricchezza, meno ricchi: ecco dove
Svizzera, voglia dir qualcosa oppure poco, in controtendenza. Le cifre sono di segno negativo: la Confederazione ha perso 120 super ricchi. Peggio è andata però a Hong Kong, 130, Turchia, 330 e al Regno Unito. Qui addirittura il numero, poco invidiabile, è a quattro cifre: - 1.130. Come si spiega il dato, davanti all’annuncio che il 2021 è stato un anno indimenticabile quanto a crescita della ricchezza globale, +9,8% rispetto al 2020? Con il fatto che è aumentata la ricchezza media per adulto, arrivata a 87.489 dollari nel mondo. Escluse le oscillazioni dei tassi di cambio, la ricchezza globale aggregata segna addirittura un + 12,7%, percentuale mai vista prima d’ora e che adesso invece inflazione, aumento dei tassi di interesse e trend di diminuzione dei valori degli asset reali potrebbero abbattere.
Famiglie felici, ma ancora per poco
Non resta dunque che guardare al passato recente e godersi la beatitudine di un’annata felice sul fronte della situazione delle economie domestiche. L’apprezzamento delle azioni e la politica delle banche centrali, che hanno mantenuto tassi bassi nel 2020, ha fatto sì che la loro condizione migliorasse nel 2021. Tutti pronti all’inversione di tendenza: l’aumento dei tassi di interesse nel 2022 e l’inflazione rallenteranno la crescita della ricchezza delle famiglie nel breve periodo.
Usa e Regno Unito: beate le donne
Un’attenzione di riguardo meritano infine le donne, che hanno visto diminuire la propria ricchezza in 15 dei 26 Paesi che costituiscono insieme il 59% della popolazione adulta mondiale. Anche in questo caso, vi sono eccezioni: Stati Uniti e Regno Unito, per esempio, dove il rapporto medio della ricchezza delle donne rispetto agli uomini è al rialzo.
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