Dal Test Pacta 2022 emerge che gli istituti finanziari si stiano impegnando a ridurre il loro impatto ambientale, ma che il potenziale non è ancora stato completamente sfruttato.
L’industria del mercato finanziario sta facendo abbastanza per rendere le sue attività rispettose del clima? Secondo un test federale, che ha coinvolto più di 130 istituti finanziari, il settore sta facendo molto, ma c’è ancora spazio per miglioramento, dato che sussiste il potenziale per compiere degli sforzi nel breve termine. L’indagine è stata condotta per la terza volta dall’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam), in collaborazione con la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie (Sif). Vi hanno partecipato casse pensioni, compagnie di assicurazione, banche e gestori patrimoniali. I risultati - scrive l’Ufam - sono rappresentativi dell’intero mercato finanziario svizzero e con questa valutazione completa dei progressi compiuti, la Svizzera può porsi come un pioniere a livello internazionale.
Cosa che già è stato fatto
I risultati mostrano progressi ed evidenziano anche il potenziale non ancora pienamente sfruttato. Un terzo dei partecipanti dispone sia di strategie climatiche sia di obiettivi climatici concreti per il 2050 o prima. Per raggiungere questi obiettivi, la maggior parte dei partecipanti al test dichiara che, in qualità di azionisti di società, si sta impegnando per garantire che queste ultime trasformino il loro modello di business in modo rispettoso del clima.
Complessivamente, gli investimenti in combustibili fossili come carbone, petrolio e gas sono diminuiti rispetto al test del 2020. Così come sono aumentati, passando da circa un quarto a un terzo, gli immobili appartenenti a istituti finanziari riscaldati con energia rinnovabile. Le casse pensioni prevedono di sostituire gli impianti di riscaldamento in un ulteriore quarto del loro parco immobiliare, mentre le compagnie di assicurazione almeno nel 15% dei loro edifici. Circa il 40% degli istituti di credito ipotecario, in particolare le banche, offrono già incentivi per ristrutturazioni rispettose del clima.
Quello che ancora c’è da fare
Per dare una spinta alla conversione energetica c’è ancora molto potenziale da sfruttare, già a partire dalle ultime settimane che ci separano dalla fine dell’anno. Per esempio, bisognerebbe cambiare l’orientamento degli investitori, spostando il loro interesse da società attive nell’estrazione di petrolio e gas verso le rinnovabili. O ancora, gli istituti finanziari potrebbero impegnarsi maggiormente risanando dal punto di vista energetico gli edifici in portafoglio. Inoltre, la maggior parte dei partecipanti al test non dispone di obiettivi climatici a breve o medio termine. Obiettivi di questo genere aumenterebbero la credibilità nel percorso per diventare una società finanziaria rispettosa del clima.
L’ambiente chiede un’azione concreta
Greenpeace Svizzera intanto accusa l’industria finanziaria di una perdita di tempo e invita la politica a misure concrete, fissando obiettivi climatici vincolanti per ridurre le emissioni di gas serra di cui il settore è responsabile.
In cosa consiste il test
Il test della compatibilità climatica 2022, è stato utilizzato la prima volta nel 2017, ripetuto nel 2020 e infine nel 2022. Si basa sul metodo Pacta (Paris Agreement Capital Transition Assessment), un’analisi standardizzata per i portafogli azionari, obbligazionari e creditizi, realizzato dal Rocky Mountain Institute (Rmi), un’organizzazione indipendente e senza scopo di lucro.
I piani di produzione delle aziende incluse nei portafogli vengono confrontati con lo sviluppo necessario secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie) per limitare il riscaldamento massimo a 1,5 gradi. Al test Pacta 2022 hanno partecipato a titolo volontario 133 istituti finanziari, tra cui 67 casse pensioni, 20 compagnie di assicurazione, 31 banche e 15 gestori patrimoniali. Il test standardizzato mostra agli istituti finanziari la posizione in relazione al clima dei loro prodotti finanziari e investimenti rispetto ai loro concorrenti.
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