L’Unione europea sembra finalmente vicina all’introduzione di un tetto massimo sui prezzi del gas naturale. Questo limite non sarà però fisso, ma rimarrà soggetto a costanti variazioni.
La Commissione europea ha proposto un tetto massimo ai Paesi membri per contenere l’impennata dei prezzi del gas. La misura si applicherà soltanto in casi di estrema volatilità e speculazione.
La proposta del tetto massimo
Come riportato da Euronews, il tetto proposto fungerà da strumento di emergenza e scatterà quando i prezzi del gas negli hub commerciali europei supereranno una certa soglia, ancora da definire. La presidente Ursula von der Leyen ha anche presentato piani per creare acquisti congiunti di gas e stabilire regole di solidarietà tra gli Stati membri per far fronte a potenziali carenze.
La misura rimane ancora inferiore rispetto all’intervento chiesto da alcuni Paesi dell’Unione Europea, tra cui L’Italia, Grecia, Polonia e Belgio. Le quattro nazioni avevano proposto, infatti, un tetto più ampio su tutti prezzi di importazioni e transazioni del gas naturale.
Escluso, ancora una volta, il tetto a prezzo fisso, in quanto la Commissione europea ha riscontrato un ampio potenziale di rischi continua che, questa misura radicale, comporterebbe.
L’altalena del Dutch Title Transfer Facility
Intanto, Bruxelles intende istituire un nuovo meccanismo per contenere l’eccessiva volatilità del Dutch Title Transfer Facility (TTF), il principale centro di negoziazione europeo, e di altre sedi simili. Il TTF è un mercato virtuale in cui fornitori e clienti si scambiano forniture di gas. Anche se non tutte le aziende utilizzano il TTF, i suoi prezzi sono il riferimento principale per l’intero settore energetico europeo.
Da quando la Russia ha iniziato l’invasione dell’Ucraina, la piattaforma ha visto bruschi alti e bassi dei prezzi del gas, poiché l’incertezza sulla sicurezza delle forniture ha alimentato la speculazione, diventata man mano sempre più frequente.
In agosto, il TTF ha raggiunto il record storico di 339 euro per megawattora, facendo lievitare le bollette dell’elettricità. Dopo il picco, i prezzi hanno iniziato una costante tendenza al ribasso, toccando un minimo di tre mesi all’inizio di ottobre. Oggi la quotazione ha toccato i 110 euro per megawattora.
Un tetto "dinamico"
Il tetto proposto agirà come un tetto limite e modererà di fatto il prezzo massimo del gas a cui il TTF è autorizzato a commerciare. Si tratterà di un tetto dinamico, piuttosto che fisso, e si baserà sulle tendenze del mercato. Il range effettivo è ancora in sospeso e sarà discusso tra le parti in causa nei prossimi giorni. Poiché il limite massimo sarà attivato solo in situazioni di estrema volatilità, si prevede che la forbice sarà comunque ampia.
Parallelamente, la Commissione europea intende stabilire un altro tetto per contenere le impennate dei prezzi dei derivati sull’energia, le attività finanziarie che le aziende utilizzano per assicurarsi le forniture di combustibile a medio e lungo termine.
La soluzione del GNL
La Commissione afferma che entrambi i massimali saranno una soluzione temporanea, mentre l’Ue lavorerà alla costruzione di un nuovo hub di scambio, distinto dal TTF, che sarà dedicato esclusivamente al gas naturale liquefatto (Gnl).
Nonostante sia più costoso, il Gnl è diventato il bene di prima scelta per sostituire quello proveniente dei gasdotti russi. Da gennaio, l’Ue ha registrato un record di importazioni, soprattutto dagli Stati Uniti, a seguito del rallentamento economico della Cina che di fatto liberalizzato la concorrenza internazionale nell’ambito del Gnl.
Ma questa enorme spinta non si riflette adeguatamente nel TTF, in quanto questo hub continua a essere eccessivamente influenzato dalle forniture dei gasdotti, risultando vulnerabile alle manipolazioni da parte della Russia. L’obiettivo è quindi rendere operativo l’hub del GNL entro aprile. Tuttavia, il suo successo dipenderà dalla reazione degli operatori di mercato, che potrebbero rifiutare o accogliere la nuova piattaforma.
L’approvvigionamento congiunto
Sempre entro aprile, la Commissione intende mettere in atto un sistema adeguato che consenta agli Stati membri di acquistare forniture di gas come un unico cliente. L’idea di un approvvigionamento congiunto è stata valutata fin dalla metà del 2021, ma ha guadagnato terreno nelle ultime settimane, quando i Paesi si sono affrettati a riempire le loro riserve sotterranee, facendo salire ulteriormente i prezzi.
Si prevede che la prossima stagione sarà dura e costosa perché l’Ue non dipenderà più dal gasdotto russo. Gli acquisti congiunti potrebbero contribuire a colmare il divario e a garantire a tutti i Paesi, indipendentemente dal loro potere d’acquisto, l’accesso alle forniture di gas a prezzi sostenibili. Come primo passo, agli Stati membri sarà chiesto di mettere in comune la domanda di gas per identificare le loro esigenze principali e cercare offerte più interessanti dai fornitori internazionali. Poi, su base volontaria, le aziende europee potranno unirsi in consorzio e acquistare il gas collettivamente, in linea con le regole della concorrenza. La Russia sarà esclusa da questi acquisti congiunti.
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