La stagione sta proseguendo al meglio, con numeri ben al di sopra rispetto al 2019, anno pre pandemia.
Basta una passeggiata per le vie di Bellinzona, Lugano e Locarno per rendersi conto che la stagione estiva sta andando bene. In ogni angolo si ascoltano persone parlare in lingue diverse da italiano: inglese, francese, olandese. Insomma, i turisti stranieri sono tornati nel Canton Ticino.
La conferma arriva dal presidente di HotellerieSuisse Ticino e vicepresidente di Lugano Region, Lorenzo Pianezzi, che commenta soddisfatto: «La stagione estiva sta procedendo bene. I pernottamenti sono in crescita rispetto al 2019, anno pre pandemia, e solamente in leggera decrescita rispetto all’anno scorso. Prendendo in considerazione i dati cantonali diffusi nel mese di maggio, si contava il 15% di pernottamenti in meno rispetto al 2021, con un aumento del 16% rispetto al 2019. Stiamo parlando, quindi, di un bilancio positivo».
Quali sono le prospettive dunque?
«Nel 2019 abbiamo registrato 2,3 milioni di pernottamenti e quest’anno, seguendo l’andamento in atto, arriveremo al 31 dicembre con 2,6 milioni di pernottamenti. A fronte dei 2,9 milioni dell’anno scorso, considerato da tutti un anno eccezionale, a causa delle restrizioni sugli spostamenti tra Paesi diversi».
I turisti stranieri sono tornati?
«Il turismo indigeno è ancora la prevalenza, ma sono tornati anche turisti da diversi Paesi europei: italiani, tedeschi, danesi, inglesi, francesi. È tornata a viaggiare anche la clientela del Medio Oriente».
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Il rafforzamento del franco non ha scoraggiato dunque i turisti a scegliere al Svizzera come loro meta..
«Certamente rimane un problema per la clientela appartenente al ceto medio. Tuttavia, chi sceglie la Svizzera, sa che si tratta di un Paese costoso e che il budget da mettere a disposizione è superiore rispetto ad altre mete. Ma bellezza del paesaggio, sicurezza del territorio e strutture di qualità superiore, fanno sì che il cliente spenda volentieri anche qualcosa in più».
Ci sono zone più richieste rispetto ad altre?
«In generale, tutto il cantone sta registrando una buona affluenza. Ci sono regioni che hanno perso qualche numero rispetto all’anno scorso, ma i dati dicono che l’andamento è migliore del 2019».
Quali aspettative avete ora per l’inverno per il cantone?
«Ci aspettiamo che si mettano in campo sempre più mezzi, per far sì che, anche d’inverno, il Ticino diventi una meta attrattiva.
Ciò significa mettersi al lavoro per organizzare un maggior numero di congressi e su un programma culturale accessibile da novembre a marzo. Qualcosa intanto si sta muovendo: al Lac, per esempio, da settembre ci sarà la mostra dedicata a Paul Klee».
I campeggi in Ticino: la stagione estiva
Passando poi vicino ai campeggi, o dalle aree di sosta per i camper, non si può far a meno di notare le piazzole quasi completamente occupate. Anche in questo caso, spiega il direttore di Campofelice Camping Village, Simone Patelli, «la preponderanza è di turisti svizzeri, soprattutto svizzeri tedeschi e qualche romando. Si rivedono turisti germanici e olandesi, anche se ancora in cifre inferiori rispetto al pre pandemia, seppur in netta crescita rispetto all’anno scorso».
Come sta procedendo la stagione?
«Stiamo registrando numeri del 10% superiori rispetto a quelli del 2019; in calo di circa il 25% rispetto al 2021».
Ve lo aspettavate?
«Con l’apertura dei confini e l’allentamento delle misure anti coronavirus, la gente è tornata a viaggiare. Ci aspettavamo quindi una riduzione dei pernottamenti rispetto all’anno scorso che, ricordiamo, è stato un anno record per il Ticino. Adesso teniamo come riferimento il 2019: è importante riuscire a mantenere quelle cifre e, perché no, riuscire a registrare qualche pernottamento in più. Per il 2023, invece, iniziamo già a prepararci: l’obiettivo è di conservare o superare i numeri di quest’anno».
Il turista è cambiato in questi due anni di pandemia?
«Forse notiamo un maggior apprezzamento del nostro territorio, degli spazi all’aperto, del verde, delle distanze».
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