La discussione andrà avanti fino al 31 maggio e prevede l’adeguamento del diritto svizzero a quello dell’UE.
Garantire le concorrenza leale nel trasporto stradale transfrontaliero tra le imprese e rafforzamento della collaborazione con gli Stati UE, è quanto emerso nella seduta del Consiglio federale di oggi, 23 febbraio. Avviata la consultazione per alcune modiche di legge che tra le altre prevedono l’introduzione di un obbligo di licenza per le imprese che usano furgoni nel trasporto professionale di merci oltre confine. Inoltre saranno previsti provvedimenti volti a migliorare il controllo delle società “di comodo” e alla garanzia di assistenza amministrativa negli accertamenti del rispetto delle condizioni di lavoro. La discussione in merito agli adeguamenti di legge andrà avanti fino al 31 maggio 2022.
Con l’adozione del primo «pacchetto sulla mobilità» l’UE ha definito nuove prescrizioni per il trasporto stradale di viaggiatori e merci transfrontaliero, con lo scopo di renderlo più equo ed ecologico. Il Consiglio federale condivide questi obiettivi e ha quindi deciso di allineare il diritto svizzero a quello dell’UE, come previsto nell’Accordo sui trasporti terrestri concluso con quest’ultima, e di avviare una consultazione per la relativa revisione di legge.
I dettagli
Nel traffico stradale transfrontaliero in futuro vi sarà l’obbligo di licenza anche per autofurgoni impiegati per il trasporto professionale di merci con peso totale superiore a 2,5 tonnellate. Finora invece le imprese necessitavano della licenza solo per veicoli di oltre 3,5 tonnellate. In questo modo, sono state create pari condizioni di accesso alla professione tra trasportatori con autofurgoni e quelli con autocarri. Le nuove imprese rientranti nella norma sono esclusivamente quelle che non impiegano già oggi veicoli di oltre 3,5 tonnellate nel trasporto professionale nazionale o internazionale. Continuano invece a esserne esclusi i trasporti non professionali di materiale e attrezzatura di artigiani.
Evitare le «società bucalettere»
Alcuni adeguamenti mirano anche a evitare che in un Paese imprese di trasporto estere aprano ditte di comodo o «società bucalettere», allo scopo di aggirare il divieto di cabotaggio o di approfittare di standard sociali inferiori per gli autisti. Per garantire il flusso di informazioni tra le autorità di controllo degli Stati membri dell’UE e della Svizzera occorre inoltre adeguare la legge federale sull’accesso alle professioni di trasportatore su strada.
Trasportatori all’estero
Il Consiglio federale propone altresì un adeguamento della legge svizzera sui lavoratori distaccati, al fine di creare una base per lo scambio di informazioni e l’assistenza amministrativa da parte delle autorità svizzere. Quest’ultima va garantita nel caso in cui ne abbiano bisogno le autorità di uno Stato UE che intendano controllare che un’impresa con sede in Svizzera rispetti le condizioni di lavoro minime sul loro territorio. Nel quadro del distacco di un lavoratore dalla Svizzera in uno Stato UE devono essere rispettate le condizioni minime del Paese ospite.
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