Per la seconda volta in trent’anni, la stagione estiva ha segnato il miglior risultato dopo quello del 2019, soprattutto grazie al ritorno degli stranieri. Di contro diminuisce la domanda interna, in particolare in Ticino e nei Grigioni.
Come resistere alle bellezze della Svizzera. Lo sanno bene i turisti che da maggio a ottobre di quest’anno hanno visitato il nostro Paese, facendo registrare al settore alberghiero 22,4 milioni di pernottamenti, il 21,9% in più (ovvero +4 milioni) rispetto allo stesso periodo del 2021. Il maggiore contributo è stato dato dagli ospiti stranieri che, complice l’allentamento delle misure Covid, sono potuti tornare a visitare città, laghi e montagne della Confederazione: la stagione appena conclusa ha permesso di far crescere la domanda dell’84,6% a 4,8 milioni di ospiti stranieri, per un totale di 10,4 milioni di pernottamenti. Di contro è diminuita la domanda indigena del 6,0% a -762 mila turisti, scendendo a 11,9 milioni di pernottamenti. È quanto emerge dai risultati provvisori dell’Ufficio federale di statistica (Ust).
Gli incrementi maggiori sono stati osservati in giugno (+57,3%) e in maggio (+37,5%). La stagione estiva 2022 presenta il secondo miglior risultato degli ultimi 30 anni, dopo quello del 2019. I mesi di settembre e ottobre hanno addirittura registrato il maggior numero di pernottamenti dal 1992. Escludendo il 2019, nell’arco degli ultimi tre decenni anche i mesi di luglio e agosto conoscono un numero record di pernottamenti. A titolo di paragone, la stagione estiva 2022 presenta tuttavia un calo dei pernottamenti dell’1,3% rispetto a quella del 2019 (periodo precedente la COVID-19).
Calo della domanda indigena
Come previsto dagli esperti del settore, durante la scorsa stagione estiva, i pernottamenti indigeni sono diminuiti del 6,0% (rispetto allo stesso periodo del 2021), fino a raggiungere gli 11,9 milioni di unità. Questo calo si spiega con il livello storicamente alto della domanda della clientela svizzera nel 2021. Nel 2022 la domanda indigena è risultata negativa in tutti i mesi della stagione estiva, eccezion fatta per giugno, in cui c’è stato un aumento del 6,9%. Il mese di agosto ha conosciuto la maggiore contrazione dei pernottamenti indigeni sia in termini relativi sia assoluti (−13,5%; −349 000). Anche i mesi di maggio (−7,8%), luglio (−8,4%) nonché settembre (−4,4%) e ottobre (−4,9%) hanno segnato un calo dei pernottamenti rispetto al 2021, sebbene meno pronunciato. Per contro, rispetto alla stagione estiva del 2019, ovvero precedente la Covid-19, l’aumento ammonta al 21,3%.
Ripresa della domanda estera
Nella stagione estiva 2022, la domanda estera è fortemente progredita (+84,6%) rispetto allo stesso periodo del 2021. Tutti i mesi di questo periodo registrano forti aumenti dei pernottamenti; particolarmente alti quelli nei mesi di maggio e giugno (risp. +250,7% e +240,1%). Questo si spiega con il fatto che l’anno precedente la domanda estera era ancora particolarmente bassa. Malgrado questi incrementi, la stagione estiva 2022 ha registrato un calo di pernottamenti del 18,6% rispetto a quella del 2019.
In confronto agli stessi mesi del 2021, durante la stagione estiva la domanda è stata fortemente positiva per tutti i continenti di provenienza degli ospiti. La clientela europea ha generato un aumento di 1,9 milioni di pernottamenti (+41,9%). Con un aumento di 501 000 pernottamenti (+248,2%), la clientela del Regno Unito ha conosciuto la maggiore progressione del continente, seguita da quella proveniente dalla Germania (+378 000; +21,3%) e dalla Francia (+144 000; +24,6%). Anche i continenti americano (+1,5 mio. pernottamenti; +256,5%) e asiatico (+1,2 mio.; +221,3%) hanno conosciuto forti aumenti. Per quanto riguarda il continente americano, sono gli ospiti degli Stati Uniti a registrare la maggiore crescita assoluta di pernottamenti (+1,2 mio.; +273,7%). I Paesi del Golfo (+287 000; +84,3%) e l’India (+225 000; +466,4%) presentano gli aumenti più marcati in termini assoluti dei Paesi asiatici. Tuttavia, nel 2022 la domanda di questi tre continenti era ancora molto al di sotto dei valori del 2019: il calo dei pernottamenti è stato del 52,0% per l’Asia, del 5,1% per l’America e del 3,0% per l’Europa.
Regioni turistiche
Dieci regioni turistiche su tredici presentavano un aumento di pernottamenti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli aumenti variano dal +1,3% della Svizzera orientale al +81,6% della regione di Zurigo. Tra tutte le regioni turistiche, a registrare il calo maggiore di pernottamenti è stato il Ticino (–14,9%), seguito dalla regione Giura e Tre Laghi (−3,3%) e dai Grigioni (−3,0%).
La domanda indigena tra maggio e ottobre 2022 è diminuita in otto regioni turistiche su tredici rispetto al 2021. Il Ticino ha registrato il maggior calo di affluenza di clientela svizzera (–31,0%), seguito dai Grigioni (–16,5%) e dal Vallese (–13,7%) rispetto agli stessi mesi del 2021. La regione di Zurigo (+48,5%) ha invece registrato l’aumento relativo più forte. Rispetto allo stesso periodo del 2019, la domanda indigena è in aumento in tutte le regioni turistiche, spaziando dal +13,3% per la regione di Argovia e Soletta al +31,7% per la regione di Berna. In termini di domanda estera, i pernottamenti sono stati in forte crescita in tutte le regioni turistiche rispetto al 2021. La regione di Berna è in testa con un balzo in avanti del 122,3%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Iscriviti alla newsletter