La decisione giunge a seguito di una specifica richiesta della banca Zenit, messa sul chi-va-là dalle conseguenze che subirebbe nel caso di un ritiro degli istituti elvetici dal proprio territorio.
Non c’è pace per Ubs e per Credit Suisse: neppure in Russia dove pace non c’è, soltanto guerra. Sul campo di battaglia ma anche nel mondo economico finanziario, a colpi di sanzioni-ripercussioni-ritorsioni. A farne le spese anche la Svizzera, celeberrima per la sua neutralità che il conflitto russo-ucraino ha messo in discussione, specie nei suoi aspetti meno formali. Si spiega così come un tribunale di Mosca abbia formalmente vietato a Ubs-Credit Suisse di vendere le azioni delle proprie società russe.
Le preoccupazioni di Zenit Bank
Una decisione che risponde a una precisa domanda della banca locale Zenit, preoccupata di come, nel caso di un addio degli istituti elvetici e un ritiro dal territorio, si troverebbe a fare i conti con perdite sulle sue passività nei confronti delle banche svizzere. A darne notizia in anteprima Reuters e l’agenzia di stampa Awp, che avrebbe avuto accesso ai documenti.
Il rischio scampato del sequestro di beni
Silenzio giunge da Ubs, che rifiuta di commentare e di dare spiegazioni anche sul rischio, molto più grosso, corso nell’occasione. Zenit Bank avrebbe infatti chiesto anche un sequestro di beni della filiale Credit Suisse per un importo di 1,26 miliardi di rubli, circa 12 milioni di franchi. Una domanda respinta dai giudici, che hanno motivato il rifiuto con l’assenza di argomenti sufficienti a decidere per la misura.
Il precedente di Credit Suisse, anno 2022
Si tratta di una situazione ambigua che, con i suoi distinguo, va avanti dallo scoppio della guerra. Un anno fa, infatti, una sentenza simile era stata pronunciata dal tribunale russo contro Credit Suisse, a causa di un mancato pagamento di circa 10 milioni alla banca russa Transkapitalbank, che non era stata in grado di portare a termine probabilmente a causa dell’apparato sanzionatorio.
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I guai di Goldman Sachs
Neanche il resto degli istituti di credito nel mondo può però stare tranquillo. La scorsa settimana un tribunale di Mosca avrebbe ordinato il congelamento di beni di Goldman Sachs, per un importo stimato in circa 36 milioni di dollari, tra cui una partecipazione nel più grande rivenditore di giocattoli russo Detksy Mir. Goldman Sachs sarebbe inoltre inadempiente sui debiti con una banca russa, di nuovo a causa delle sanzioni statunitensi.
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