Il gestore ptrimoniale americano sarebbe dovuto diventare parte di UBS Wealth Management nella seconda metà di quest’anno, ma nelle scorse ore l’accordo è saltato con il consenso delle parti.
Addio ai clienti più giovani. O, comunque, arrivederci in un futuro prossimo; per il momento e per vari motivi, non c’è sufficiente interesse. Reduce da un 2021 formidabile, UBS ha però deciso di rinunciare all’acquisto del gestore patrimoniale online americano Wealthfront, annullando un’operazione annunciata a febbraio con la quale voleva guadagnarsi le simpatie dei giovani ricchi delle generazioni Y e Z.
Un’operazione da 1,4 miliardi di dollari
Nessun dissidio, come quello che invece oppone oggi Elon Musk ai vertici di Twitter: l’accordo è stato rigettato con il consenso di entrambe le parti e UBS ha potuto annunciare, qualche ora fa, che non procederà con la transazione prevista di 1,4 miliardi di dollari. Una chiara presa di distanze da Wealthfront, fornitore californiano di soluzioni di gestione patrimoniale automatizzate che, secondo le stime, vanta 470.000 clienti e oltre 27 miliardi di dollari di asset in gestione.
«Ma continueremo a crescere negli Usa»
Wealthfront sarebbe dovuta diventare filiale della divisione UBS Wealth Management nella seconda metà dell’anno. Nulla di tutto questo accadrà in quest’ultimo scorcio del 2022, anche se non è detto che le trattative possano riprendere in futuro. UBS ha infatti chiarito che non intende rivedere al ribasso i suoi piani di crescita negli Stati Uniti e che continuerà ad espandere l’offerta di gestione patrimoniale digitale. La banca acquisterà anche una banconota da 69,7 milioni di dollari convertibile in azioni Wealthfront.
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