Il costo di qualsiasi materia prima sta salendo a causa delle preoccupazioni che i flussi delle forniture vengano interrotti dalla crisi. Il grano è sotto pressione.
Il greggio è in costante aumento a causa dei possibili rischi per le esportazioni di energia russe, con il Brent che ha suoperato quota $100 al barile per la prima volta dal 2014. La fuga verso i beni rifugio ha visto il rendimento del Tesoro statunitense a 10 anni scendere al di sotto dell’1,90%. L’oro ha raggiunto il massimo dall’inizio del 2021.
Le valute
Dollaro e yen sono saliti, mentre l’euro e le valute legate alle materie prime sono in flessione. Il rublo russo ha toccato un minimo storico: oggi è stato scambiato a 89,8903 per dollaro alle 8:40 a Mosca, con il biglietto verde in rialzo del 10,45% rispetto al giorno precedente. Mosca ha sospeso le negoziazioni su tutti i suoi mercati.
Sul fronte interno, invece, il franco svizzero si è rafforzato rispetto all’euro: la valuta del Vecchio Continente ha toccato un minimo a 1,03 franchi.
Le borse
Alle ore 15 circa, le Borse europee scambiavano in netto ribasso. Il DAX tedesco perde oltre il 5%, il CAC francese crolla del -4,29 % circa e l’indice milanese FTSE Mib registra un tonfo profondo del -3,09%. In flessione anche lo SMI Swiss Market Index, che per tutto il giorno ha viaggiato in flessione: alle 15 quota 11.554,92 punti con un calo del 3,24%.
Volano oro e petrolio
L’oro spot sta salendo oltre il 2% raggiungendo il livello più alto dall’inizio di gennaio 2021. Il metallo vale 1.956 dollari al momento in cui si scrive. L’oro sta brillando al livello più alto da oltre un anno, in un rally vertiginoso che ha mostrato un aumento di circa $ 40 in poche ore in prima mattinata.
I futures sul greggio Brent, che hanno oscillato tra forti rialzi e ribassi mercoledì, scambiano a 104.95 dollari al barile, con un aumento di oltre l’8%. Il WTI - West Texas Intermediate va oltre i 99.65 dollari al barile (+8.2%).
Materie prime
Il costo di qualsiasi materia prima, sta salendo a causa delle preoccupazioni che i flussi delle forniture vengano interrotti dalla crisi
Il grano è sotto pressione. Il prezzo è in aumento di oltre il 5%. Le autorità ucraine hanno chiesto alla Turchia di bloccare l’ingresso e l’uscita del Mar Nero alle navi russe per impedire l’accesso nelle vie navigabili del Bosforo e dei Dardanelli.
Con Russia e Ucraina che rappresentano circa il 30% delle esportazioni mondiali di grano, il conflitto nella regione mette a repentaglio l’approvvigionamento cruciale da un mercato già ristretto.
Le quotazioni di mais e soia schizzano entrambe del 5% circa. Impennata anche dei metalli e delle materie prime più importanti: l’alluminio vola a 3.480,00 dollari la tonnellata; il palladio avanza di oltre il 7%.
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